Rai Tre: Sulla via di Damasco, nella puntata di domani la fede e il successo nella vita di Dino Zoff

Il successo può dare alla testa? In molti casi sì, ma non nel suo, tirato su dalla nonna Adelaide, che lo ha educato con un insegnamento: “È passato Napoleone che aveva gli speroni d’oro agli stivali, figurati se non passa anche il resto”. Parliamo di Dino Zoff, un mito, una leggenda del calcio italiano, il capitano della Nazionale campione del mondo 1982; sarà lui il protagonista della prossima puntata di Sulla via di Damasco (di Vito Sidoti), in onda domenica 21 agosto, alle 8.30, su Rai Tre, intervistato da Eva Crosetta dal Circolo Canottieri Aniene.
Esattamente 40 anni fa, è Zoff che alza al cielo la coppa del trionfo azzurro; è Zoff che gioca a scopone scientifico con Pertini e Bearzot durante l’epico viaggio di ritorno da quello che fu il mondiale del lavoro e del coraggio. Svelerà alle telecamere alcune confidenze più intime sul suo rapporto con la fede, la famiglia, il successo; portiere sul campo e nella vita, ha affrontato le grandi “partite della vita” con la forza del silenzio. Nello spazio dei ricordi non mancheranno i richiami alla gavetta, al debutto in Serie A, alla parata impossibile contro il Brasile, fino a quella vocazione innata “di giocare” che ha reso grande il professionista, ma anche l’uomo. Zoff ha trasformato il suo ruolo sul campo in una filosofia di vita, un modo di essere: vivere da portiere è assiduità, costanza, determinazione di carattere, coraggio; ma, è anche silenzio e consapevolezza di essere l’ultima difesa della squadra. “Ho sempre vissuto di esempi – ha raccontato Zoff –; l’esempio dei miei genitori e di mia nonna era lampante nelle parole e nei comportamenti; mia madre dolcezza infinita; mio padre giusto, sintetico”.

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