Germania: Elisabettiane di Aquisgrana, da 400 anni suore al servizio del popolo. Madre Liebl, “piedi per terra e sguardo verso il cielo”

“La storia della nostra comunità ha attraversato molte valli. Sotto i francesi, i prussiani o i nazionalsocialisti, ci sono stati momenti in cui non si sarebbe pensato che la nostra comunità potesse vivere questa meravigliosa festa di compleanno”, spiega suor M. Johanna in un’intervista al “Die Tagespost”, storico giornale cattolico germanico. Suor M. Johanna è vicaria generale ed economa dell’Ordine degli Elisabettiani, che stanno festeggiando in vari momenti commemorativi i 400 anni dalla fondazione, da parte di madre Apollonia. 400 anni fa, Apollonia Radermecher assunse la direzione dell’antica locanda ospedaliera di Aquisgrana, fondata nel 1336, presso la quale si fermavano i pellegrini in visita alla città. Sviluppò un moderno ospedale e nuove suore si unirono a lei per assistere i malati, che per imposizione della maggioranza luterana della città non poterono essere più di 14 in quel momento. Il buon lavoro delle suore si diffuse, e iniziarono ad aumentare, espandendosi dove c’era bisogno di assistenza i malati, prima nella regione, poi lungo il Danubio. Nasce così l’ordine religioso infermieristico diffusosi in tutta l’area di lingua tedesca dell’Europa: l’Elisabethinnen.
Oggi ci sono 14 comunità elisabettiane indipendenti in sette Paesi dell’Europa centrale con circa 300 suore. Diciannove elisabettiane e un’altra suora del convento del Lussemburgo vivono nel convento di Aquisgrana. Hanno tra i 55 ei 96 anni. Ad eccezione di due di loro, tutte lavorano in campo sociale e caritativo. Per le sorelle della comunità, il servizio sociale e infermieristico è sia culto quanto preghiera. “Stiamo con i piedi ben saldi per terra e gettiamo i nostri desideri verso il cielo. Nel mezzo, le nostre vite sono tese, piene di dinamismo, perché siamo amate da Dio, con i nostri sensi allineati con l’umanità”, spiega la superiora generale suor Marianne Liebl. Affrontare il bisogno d’aiuto è la priorità per l’Elisabethinnen.

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