Papa Francesco: ad agenzia Telam, “in guerra non si balla il minuetto, si uccide”, “ripensare il concetto di guerra giusta”

“Una guerra, purtroppo, è una crudeltà al giorno. In guerra non si balla il minuetto, si uccide. E c’è un’intera struttura di vendita di armi che la favorisce”. Lo dice il Papa, in un’intervista rilasciata all’agenzia argentina Telam, in cui tra gli altri temi affronta anche quello del conflitto in Ucraina, che rientra nella “guerra mondiale a pezzi” da lui più volte stigmatizzata. “Qualcuno esperto di statistiche mi ha detto, non ricordo i numeri, che se non si fabbricassero armi per un anno, non ci sarebbe più fame nel mondo”, sottolinea Francesco: “Credo sia giunto il momento di ripensare il concetto di guerra giusta”. “Ci può essere una guerra giusta, c’è il diritto di difendersi, ma il modo in cui il concetto viene usato oggi deve essere ripensato”, argomenta il Papa: “Ho affermato che l’uso e il possesso di armi nucleari è immorale. Risolvere le cose con una guerra significa dire no alla capacità di dialogo, di essere costruttivi, che gli uomini hanno. Questa capacità di dialogo è molto importante”. “La guerra è essenzialmente una mancanza di dialogo”, la tesi di Francesco: “Quando sono andato a Redipuglia nel 2014, per il centenario della guerra del 1914, ho visto l’età dei morti nel cimitero e ho pianto. Quel giorno ho pianto. Il 2 novembre, qualche anno dopo, sono andato al cimitero di Anzio e, quando ho visto l’età di quei ragazzi morti, ho di nuovo pianto. Non mi vergogno di dirlo. Che crudeltà. E quando è stato commemorato l’anniversario dello sbarco in Normandia, ho pensato ai 30.000 ragazzi rimasti senza vita sulla spiaggia. Aprivano le barche e ordinavano loro: ‘Scendere, scendere’, mentre i nazisti li aspettavano. È giustificabile, questo? Visitare i cimiteri militari in Europa aiuta a rendersene conto”.

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