Pace: card. Bassetti, oggi sostituita da “clima torbido in cui il povero che migra è nemico e invasore da combattere”

La pace si prepara, ossia “si costruisce giorno per giorno”. Per questo “è necessario farsi operatori di pace in tutti i momenti della vita”. Ne è convinto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che questa sera ha ha portato il proprio saluto al Congresso nazionale di Pax Christi, “Abbi cura delle relazioni, preparerai la pace”, in corso presso la Pro Civitate Christiana di Assisi.
Nel richiamare la figura del vescovo Tonino Bello, Bassetti ne ha ricordato, facendola sua, l’affermazione “non sempre lo sviluppo è sinonimo di progresso”, e si è soffermato su tre “espressioni” di don Tonino. Anzitutto “l’intrico della miseria”, “drammaticamente attuale in Italia” che da tempo “paga un prezzo altissimo a vecchie oligarchie sociali, a interessi particolari diffusi e visioni egoistiche dello sviluppo economico che hanno prodotto purtroppo soltanto un livello di disoccupazione cronica, un Mezzogiorno abbandonato e una stagnazione della modernizzazione dell’Italia”. Questa situazione, ha osservato Bassetti, “acuita dalla grande crisi economica degli anni scorsi, si è poi scontrata con l’arrivo dal Sud del mondo di uomini e donne in fuga dalla miseria dei loro Paesi, dalla guerra e dalla distruzione. Si è venuto a creare, purtroppo, un clima torbido in cui il povero disperato che migra è diventato un nemico e un invasore da combattere” e la pace sociale è stata “sostituita da un clima di repulsione, preoccupante e inquietante, verso gli ultimi.” La Chiesa, però, ha rimarcato il cardinale, “non ha mai smesso, in questi anni, di mostrare la sua maternità verso i poveri. E anche l’iniziativa sul Mediterraneo promossa dalla Cei va in questa direzione: trasformare il Mare nostrum in una frontiera di pace”.

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