Colombia: Mancuso e Timochenko depongono davanti a Commissione Verità, ma eludono questione narcotraffico. Padre de Roux, “vittime non perdano speranza”

Una delusione, rispetto alle attese, il confronto di ieri, trasmesso anche in diretta, tra la Commissione della Verità colombiana, presieduta dal gesuita Francisco De Roux, e Salvatore Mancuso e Timochenko. Il primo, ancora recluso negli Usa, è stato il comandante dei paramilitari dell’Auc: passaporto italiano, è stato tra gli uomini chiave del narcobusiness e dell’alleanza con la ‘ndrangheta calabrese per ingresso e monopolio della cocaina colombiana in Europa. Il secondo è stato l’ultimo capo delle Farc, che da guerriglia sono ora diventate un partito politico.
“Voglio riconoscere la mia responsabilità in questo conflitto e voglio dedicare il resto dei miei giorni a ripristinare la dignità dei territori in cui mi trovavo e delle loro comunità. Il modo migliore per riconoscere e chiedere perdono è agire”, ha detto Mancuso, che ha proseguito: “Questo è stato il prodotto dell’azione congiunta che abbiamo fatto, i politici hanno chiuso un occhio. Non erano solo vantaggi economici, ma politici”.
Tuttavia, l’italo-colombiano ha eluso – come ha ammesso lo stesso padre De Roux al termine dell’incontro – la domanda, rivoltagli dalla commissaria Ruiz, che gli aveva chiesto di approfondire il tema del narcotraffico all’origine della violenza in Colombia, fin dal 1983. Mancuso ha ribaltato l’accusa sulle Farc: “Dopo la caduta del Muro di Berlino, finisce l’appoggio economico di Mosca e Cuba; i guerriglieri, per mantenere gli alti costi del conflitto, ricorrono al narcotraffico per finanziare il conflitto armato”.
In ogni caso, il lavoro della Commissione è entrato nel vivo. Oltre al tema del narcotraffico, l’altra questione d’attualità in questa settimana è quella dei “falsos positivos”, le migliaia di persone che lo Stato ha ucciso facendoli passare per guerriglieri, anche se ciò non era vero. Lo scorso 11 giugno l’ex presidente ed ex ministro della Difesa (durante la presidenza Uribe) Juan Manuel Santos aveva deposto sul tema davanti alla Commissione, chiedendo perdono. L’ex presidente Álvaro Uribe, invece, ha sempre detto che non comparirà davanti alla Commissione, ma si è detto disposto a incontrare personalmente padre De Roux. Fin dalla santa messa celebrata alle 11 di domenica scorsa alla chiesa della Soledad, padre De Roux esprimeva speranza dopo la richiesta di un incontro riservato con lui da parte di Uribe, affermando al Sir: “L’ex presidente Uribe ricorda di aver espresso il suo dolore per i falsos positivos e si è scusato con le madri di Soacha e in altre occasioni con le vittime. L’ho invitato, rispettando la sua decisione, a venire volontariamente per presentare la sua analisi e ampliare quel riconoscimento”. Conclude il religioso: “Voglio invitare le vittime a non perdere la speranza, lotteremo affinché questa verità da ogni parte venga portata alla luce in Colombia. Vogliamo che il nostro Rapporto finale faccia sentire la loro sofferenza e il loro dolore”.

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