Myanmar: vescovi, “nuovi contagi, nuovi morti”, manca di nuovo l’ossigeno. Lanciata una campagna nazionale di preghiera per vincere il Covid

(Foto: ANSA/SIR)

Ennesimo appello dal Myanmar, in preda ad una nuova e “vertiginosa” ondata di Coronavirus. A lanciarlo sono il card. Charles Bo e mons. John Saw Han, rispettivamente presidente e segretario generale della Conferenza episcopale birmana. “La variante Delta – scrivono in un comunicato diffuso oggi da Yangon – è altamente contagiosa. Nuovi contagi, nuovi morti, nuovo bisogno di ossigeno”. Ad oggi, secondo le cifre ufficiali, il Myanmar ha riportato 300.000 casi di contagio e più di 10.000 morti. Ma si pensa che i numeri delle infezioni siano ampiamente sottostimati, a causa dei test limitati. A luglio, il Myanmar, che conta circa 54 milioni di abitanti, ha testato solo tra 9.000 e 17.000 persone al giorno. Probabilmente anche i decessi sono sottostimati. Nelle cifre ufficiali sono inclusi solo coloro che muoiono nelle strutture mediche. “Sono tempi sfidanti per la dignità e la sopravvivenza del nostro popolo”, scrivono nel comunicato-appello il card. Bo e il vescovo Han. “Ancora una volta, imploriamo: abbiamo bisogno di unità. L’unica guerra che dobbiamo fare è contro il virus. Per affrontare questa emergenza, armiamoci solo di kit medici, ossigeno e altri supporti per aiutare il nostro amato popolo. A causa della carenza di risorse umane, tutti gli operatori sanitari devono essere messi in grado di raggiungere le persone in sofferenza”. I vescovi birmani lanciano da oggi una campagna nazionale di preghiera. “Popolo del Myanmar: alziamo al cielo le nostre mani e preghiamo”, è l’appello diffuso oggi. “Non siamo politici”, dice il card. Bo. “Cerchiamo sempre il bene del nostro popolo. Attraverso questo appello, chiedo alle persone di partecipare a questa campagna di preghiera e di elevare all’Onnipotente mani e cuori per implorare la guarigione”. L’arcivescovo si appella anche affinché vengano superate “in questi giorni oscuri” le diverse appartenenze a religioni e identità di fede per riconoscersi tutti un’unica comunità nella compassione e nella preghiera. L’invito è ad organizzare incontri online di preghiera interreligiosa e, nelle comunità cattoliche, adorazioni e catene di rosari. “Bussiamo alle porte del cielo, uniamo i cuori e chiediamo guarigione, pace e riconciliazione”. Citando poi il brano del Vangelo in cui Gesù dice: “In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile”, il cardinale conclude: “Sì, i nostri problemi ci possono sembrare come montagne. Ma usiamo la nostra fede. Diventiamo i guerrieri della preghiera perché la mano guaritrice di Dio tocchi tutti e guarisca il nostro popolo”.

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