Diocesi: card. Bassetti (Perugia), “in un periodo storico turbato da tensioni e fermenti il credente è chiamato a testimoniare la radicalità del Vangelo”

(Foto Siciliani-Gennari/CEI)

“Stiamo attraversando un periodo storico turbato da tante tensioni e fermenti, ma purtroppo privo di slanci utopici e spesso ripiegato nella contemplazione di ‘bassi profili’. Proprio agli uomini e alle donne che si agitano in tale contesto, il credente è chiamato a testimoniare la radicalità del Vangelo. Non è facile oggi per noi calarci nel solco di una tradizione passata che, pur coi suoi limiti, è stata capace di coniugare, almeno nei suoi tempi migliori, profezia ed etica della responsabilità”. Lo scrive il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nella lettera del “ai carissimi sacerdoti diocesani e religiosi, ai diaconi, ai seminaristi, a tutti i consacrati e all’intero popolo di Dio dell’amata arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve” in vista del Sinodo dei vescovi di ottobre, consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it.
“Per questo oggi noi cristiani non possiamo essere ‘lucignoli fumiganti’ ma piuttosto ‘ceri pasquali’, come diceva don Tonino Bello. Non possiamo e non dobbiamo essere un popolo di gente rassegnata, ma un popolo pasquale, che sta in piedi”, l’invito del porporato. “Noi cristiani, come diceva La Pira, siamo chiamati ‘ad elevare nel mondo la lampada di Dio’ – aggiunge il cardinale -. In un tempo nel quale sembrano far da padrone l’edonismo, la tecnica ed una schiacciante cultura relativistica, questa lampada è necessario che sia ben accesa e stia in alto. Di tutto questo, purtroppo, anche noi credenti abbiamo in parte le nostre responsabilità”. Per troppo tempo, l’analisi del card. Bassetti, “ci siamo accontentati e siamo stati addirittura paghi di quel che si vedeva: ci sembrava perfino che Dio dovesse ringraziarci per la nostra fedeltà. Oggi facciamo fatica a dover constatare che siamo minoranze ed in continuo confronto con persone che pensano ed agiscono in contrasto coi principi ispirati al Vangelo. C’è perciò necessità, da parte nostra, di una fedeltà ancora più grande dinanzi a Dio e di un amore che sappia raggiungere ogni tipo di distanza”.

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