Terremoto Centro Italia: don Puzio (Accumoli), “chi immaginava che ci sarebbe voluto così tanto per vedere i primi cantieri?”

Veglia Accumoli, 2021

“Non si può dimenticare quello che è accaduto. Con la distruzione e la morte è arrivata anche la paura. Quella notte l’alba sembrava non arrivasse mai”: con queste parole il parroco di Accumoli, don Stanislao Puzio, ha ricordato la notte del sisma del 24 agosto 2016. Cinque anni dopo è “l’alba della ricostruzione” a tardare. È cominciato così a Grisciano di Accumoli, la notte scorsa, il momento di preghiera in memoria delle vittime del terremoto. Il crocefisso su un cantiere; una pila di sacchi di cemento e qualche mattone per accennare un altare, si legge su Frontierarieti.com, il sito del settimanale della diocesi di Rieti, che riporta tutte le varie fasi della cerimonia. Don Puzio ha ricordato “il fiume della solidarietà” che ha portato sollievo, ma ha anche lanciato una provocazione: “Chi immaginava che ci sarebbe voluto così tanto per vedere i primi cantieri?”. Tuttavia, ha aggiunto, “in questi giorni le prime gru compaiono sul territorio, un fatto concreto, visibile, toccante, atteso e preteso dalla popolazione”. Un nuovo inizio sottolineato da un quartetto di archi mentre venivano proiettate immagini che suggerivano “un ponte tra le macerie di ieri e la vita da ricostruire guardando al domani”. Tra le foto tante sono delle chiese, crollate come le case, “ma non come la speranza. La ricostruzione è possibile se comprende l’essenziale dimensione spirituale”. Da qui la preghiera al Signore “ad essere presente nel mondo delle nostre sofferenze: lui solo, infatti, cambia il buio in luce, la disperazione in speranza, la morte in vita. E per questo è importante lasciarsi plasmare dalla sua grazia”.

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