Afghanistan: mons. Seccia (Lecce), “disponibili all’accoglienza dei profughi. Non possiamo chiuderci in un castello”

“Non dimentichiamo i poveri. In questi giorni c’è una folla di persone che devono allontanarsi dei propri territori. Ebbene, daremo la nostra disponibilità, con accortezza, vigilanza, attenzione, ma non possiamo chiuderci in un castello d’argento o d’oro nel quale sentirsi ben protetti”. Così l’arcivescovo di Lecce Michele Seccia, nel videomessaggio con i tradizionali auguri alla città e alla diocesi in occasione della festa patronale dei santi Oronzo, Giusto e Fortunato.
Lecce, ha proseguito l’arcivescovo, “è città dell’accoglienza e città aperta, e lo deve essere tutta la diocesi”. Non dev’essere ricordata solo come “la città del barocco”, ma anche “come città della fede e di una carità che nasce dalla solidarietà”. Dal presule “un grande grazie alla città e alle famiglie, perché avete mostrato una solidarietà e vicinanza che è riuscita a vincere la paura del contagio. Anche noi abbiamo avuto delle vittime, ma la speranza è prevalsa, la certezza che Dio non ci abbandona”. Di qui il pensiero e l’augurio ai malati di non perdere mai la speranza, agli anziani, ai giovani. “Care famiglie – l’esortazione di mons. Seccia – ricordate di passare dalla tavola da pranzo alla mensa eucaristica per dire la vostra fede”. Un augurio anche “agli amministratori di questa città con i quali condivido non solo stima e affetto, ma anche gratitudine perché si adoperano affinché la città di Lecce diventi sempre più accogliente”. Infine l’auspicio che “i nostri patroni ci guidino ad essere testimoni come lo sono stati loro” e “la gioia della festa alimenti la testimonianza”.

 

 

 

 

 

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