Settimana Liturgica nazionale: don Tomatis (Apl), “in ogni singola assemblea ci siano un senso di ecclesialità e una sensibilità celebrativa”

“Rileggendo i documenti della Chiesa italiana sul tema della assemblea, si ha l’impressione di uno sguardo di sostanziale fiducia nella capacità delle nostre assemblee di manifestare il mistero della Chiesa”. Lo ha detto Paolo Tomatis, presidente dell’Associazione professori e cultori di liturgia (Apl), durante la seconda giornata della 71ª Settimana liturgica nazionale, in corso nella cattedrale di Cremona. Don Tomatis ha ripercorso gli ultimi cinquanta anni di assemblee liturgiche in Italia attraverso i documenti prodotti dalla Chiesa italiana. Dagli anni ’70, in cui la parola chiave era secolarizzazione delle assemblee e la discussione sulla partecipazione, fino ai giorni nostri, il docente ha evidenziato i cambiamenti. L’ultimo decennio è stato influenzato, secondo don Tomatis, dall’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, “un documento programmatico – ha affermato – in cui il tema della liturgia e dell’assemblea liturgica è in ombra perché tutto è illuminato dal tema della Chiesa in uscita. Ma non mancano spunti per applicare all’assemblea liturgica alcune caratteristiche dell’annuncio della fede: la dimensione della gioia e della festa, la ricerca della bellezza essenziale e non mondana, la valorizzazione della dimensione popolare della fede, la sottolineatura delle dimensioni familiari, materne, paterne della comunità che si ritrova per celebrare e vivere la fede e l’attenzione alle specifiche esigenze delle culture urbane”. Riassumendo, il presidente di Apl ha aggiunto che “giustamente la Chiesa italiana non insiste sulla unicità delle assemblea. Il segno dell’unità è coerente con il senso dell’Eucaristia, tuttavia non può diventare assoluto o ideologico perché ci sono comunità in cui non è possibile radunare i fedeli in un’unica assemblea. L’importante è che in ogni singola assemblea si possa sentire un senso di ecclesialità, per cui ciascuno possa sentirsi a casa nel rito celebrato, e una sensibilità celebrativa, un senso accresciuto per la celebrazione liturgica perché il rito possa essere il luogo della celebrazione del mistero di Cristo e della Chiesa”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo