Coronavirus Covid-19: Unar e Altro diritto al gen. Figliuolo, “troppi ostacoli nell’accesso alla vaccinazione per persone fragili e vulnerabili”

“Nella maggior parte del territorio nazionale sono stati riscontrati ostacoli significativi nell’accesso alla prenotazione dei vaccini anti Sars-CoV-2/Covid-19 da parte di persone in particolari condizioni di vulnerabilità perché prive di permesso di soggiorno (o con permessi di soggiorno particolari, scaduti o in fase di primo rilascio), codice fiscale (o con codici fiscali numerici/provvisori) o residenza (in particolare persone senza dimora)”. Lo denunciano l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) e Altro diritto che hanno scritto al commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, gen. Francesco Paolo Figliuolo, segnalando che molti portali regionali non consentono di prenotare il vaccino a persone senza permesso di soggiorno (o con permessi di soggiorno particolari, scaduti o in fase di primo rilascio), codice fiscale o residenza (in particolare persone senza dimora). “Tale esclusione – prosegue la missiva – configura un’ipotesi di discriminazione istituzionale e impedisce a queste persone l’accesso a una prestazione sanitaria essenziale comportando, in una situazione di pandemia, un pericolo per la salute pubblica, oltre che per quella privata”. “Essa – aggiungono Unar e Altro diritto – determina altresì l’impossibilità di ottenere il ‘green pass’, con la conseguente automatica limitazione di altri diritti costituzionalmente presidiati”. “Il protrarsi di questa situazione di discriminazione istituzionale – si legge ancora nella lettera – comporta, occorre ribadirlo, la lesione del diritto alla salute anche nella sua dimensione pubblica”, evidenziano Unar e Altro diritto, secondo i quali “alla luce dell’attuale crisi pandemica, infatti, il Piano vaccinale così come le indicazioni riportate dalla stessa Aifa si basano sul principio della massima distribuzione possibile dei vaccini a tutta la popolazione presente sul territorio nel minor tempo possibile, grazie anche a campagne di sensibilizzazione mirate”.

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