Coronavirus Covid-19: mons. Zedda (Iglesias), “fin da inizio emergenza diocesi ha ricordato a parroci responsabilità rispetto a disposizioni governative e a prescrizioni liturgiche”

“Fin dall’inizio di questa grave emergenza, la diocesi – con attenzione puntuale alle norme della Conferenza episcopale italiana – ha ricordato ai parroci la responsabilità di ogni comunità cristiana di fronte alle disposizioni governative (sanificazione continua degli ambienti, distanziamento tra le persone, igienizzazione delle mani, mascherina per la protezione personale…) e alle prescrizioni liturgiche introdotte per evitare con prudenza qualsiasi rischio di contagio (eliminazione dell’acqua benedetta nelle acquasantiere, sospensione del segno di pace con stretta di mano, comunione sulle mani e non sulla lingua, sospensione delle processioni…). Il fatto che recentemente sia stata dichiarata non necessaria la presentazione del green pass per le celebrazioni non è un privilegio concesso alla Chiesa; semmai può essere il riconoscimento della coscienziosità con cui stiamo affrontando l’attuale situazione”. Lo scrive, in una nota pubblicata ieri sul sito diocesano, mons. Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias, commentando quanto è stato riportato “sulla stampa dei giorni scorsi” circa “atteggiamenti e opinioni che si sarebbero verificati nella parrocchia di Bindua e che sarebbero in contrasto con le disposizioni sanitarie conseguenti alla pandemia da Covid”.
“Il parroco di Bindua, che ho incontrato personalmente, mi ha manifestato la disponibilità a tenere debitamente conto di tutte le prescrizioni previste – precisa il vescovo -. In particolare, per quanto riguarda le disposizioni sulla vaccinazione – sulla cui gestione e modalità egli manifesta in coscienza qualche difficoltà – ha convenuto sulla opportunità e doverosità di una maggiore attenzione a non presentare (in particolare nella predicazione) opinioni scientifiche come verità di fede e a saper tenere distinte le proprie opinioni personali, pur rispettabili ma non necessariamente assolute, dalle posizioni mediche che stanno alla base delle decisioni politiche, che pure devono tenere in conto tutti gli aspetti etici del caso. Ha pure convenuto con me sulla esigenza di contribuire, in comunione con tutta la Chiesa, all’adozione di atteggiamenti di rispetto e di prudenza verso la tutela della salute propria e altrui”.
Mons. Zedda confida che “tutti sappiamo usare prudenza nel valutare le diverse posizioni e opinioni di fronte alle gravi situazioni che la nostra società sta affrontando e sappiamo essere sempre disponibili a cercare la verità nei comportamenti, evitando interpretazioni sospettose e atteggiamenti ideologici in qualsiasi senso”.
Il presule fa un’ultima annotazione: “Mi è dispiaciuto che l’autore dell’articolo di martedì 10 su L’Unione Sarda abbia affermato che ‘il vescovo, contattato per esprimere il proprio parere, ha preferito non commentare quanto sta accadendo’. In realtà, quando il giornalista mi ha telefonato, gli ho assicurato che sarei intervenuto a breve, nelle modalità istituzionali proprie della Curia”.

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