Papa in Iraq: incontro interreligioso, “ostilità, estremismo e violenza sono tradimenti della religione”

“Da questo luogo sorgivo di fede, dalla terra del nostro padre Abramo, affermiamo che Dio è misericordioso e che l’offesa più blasfema è profanare il suo nome odiando il fratello”. Nel suo terzo discorso in Iraq, da Ur dei Caldei, il Papa ha lanciato un nuovo appello alla fraternità. “Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione”, ha ribadito facendo eco a quanto affermato ieri nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad: “E noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Anzi, sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti”. “Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell’odio!”, l’invito per la terra di Abramo: “Sopra questo Paese si sono addensate le nubi oscure del terrorismo, della guerra e della violenza. Ne hanno sofferto tutte le comunità etniche e religiose”. Ancora una volta, come aveva fatto nel suo primo discorso dal Palazzo presidenziale di Baghdad, il Papa menzionato in particolare la comunità yazida, “che ha pianto la morte di molti uomini e ha visto migliaia di donne, ragazze e bambini rapiti, venduti come schiavi e sottoposti a violenze fisiche e a conversioni forzate”. “Oggi preghiamo per quanti hanno subito tali sofferenze, per quanti sono ancora dispersi e sequestrati, perché tornino presto alle loro case”, l’invito: “E preghiamo perché ovunque siano rispettate e riconosciute la libertà di coscienza e la libertà religiosa: sono diritti fondamentali, perché rendono l’uomo libero di contemplare il Cielo per il quale è stato creato”.

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