Terra Santa: professioni solenni a Betlemme. Patton (Custode), “l’insidia più pericolosa è considerare la nostra vocazione in termini di onore, successo e potere umano”

“Se vogliamo vivere una vita autenticamente umana non abbiamo altra via se non quella di seguire Gesù Cristo” e “l’insidia più pericolosa per chi è chiamato a seguire Gesù Cristo è quella di considerare la nostra vocazione in termini di onore, successo e potere umano”. A ricordarlo è stato oggi il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton che, a Betlemme, ha celebrato la professione solenne di sei frati, “George, Aubin, Luc, Jean, Vianney e Antonios”. “Nella nostra vita – ha avvertito il Custode – è molto facile cominciare con il proposito di seguire Gesù in modo radicale, disposti perfino a dare la vita e poi via via rimangiarsi tutto”. Chiaro il riferimento all’impegno di “obbedienza, povertà e castità”. “L’impegno di obbedienza ha spiegato – è l’impegno a fidarsi. Lo facciamo quando cominciamo a negoziare questo e quello, facendo il muso al Maestro, al Guardiano e poi anche al Custode o al Ministro provinciale se non ci concede quello che chiediamo. L’obbedienza deve portarci a crescere nella disponibilità personale, deve portarci a fare volentieri ciò di cui c’è bisogno, anche quando si tratta di tappare un buco”. “È molto facile rimangiarsi anche l’impegno di povertà. Allenatevi a spogliarvi ogni giorno di qualcosa – è stata l’esortazione di padre Patton ai nuovi professi -. Provate a pensare a cosa siete più attaccati, e cominciate a liberarvene. Tutta la nostra vita dev’essere un cammino di spogliazione perché il giorno del nostro transito, la morte ci sarà sorella solo se avremo imparato a rimanere nudi sulla nuda terra, come san Francesco. Impariamo a essere poveri materialmente e impariamo a spogliarci anche interiormente, delle pretese, delle ambizioni, dei pregiudizi, delle maschere, della permalosità, dei condizionamenti delle nostre culture di provenienza, dei legami con la famiglia, e di tutto il resto”. Circa la castità, il Custode è stato chiaro: “Non ci rimangiamo il voto di castità solo se commettiamo mancanze nella sfera della sessualità, in modo reale, con la fantasia, o in modo virtuale: ci rimangiamo il voto di castità se smettiamo di amare Gesù Cristo al di sopra di ogni altra realtà e persona e ci rimangiamo il voto di castità quando smettiamo di amare i nostri fratelli e sorelle con cuore puro e cominciamo a cercarli per riempire il vuoto del nostro cuore, o cominciamo a cercarli per usarli anziché per servirli”.

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