Quaresima: mons. Cancian (Città di Castello), “quel che ci salva è la fraternità vera e la capacità di ‘generare’ vita nuova”

“Prima di chiederci la conversione, Gesù ci annuncia e ci dona il Regno di Dio, il suo Amore onnipotente. Con il battesimo comincia la vita cristiana. Sta a noi coltivarla quotidianamente con la preghiera, il digiuno e soprattutto con la carità, come ci raccomanda il Vangelo del mercoledì delle ceneri”. Lo scrive in riferimento alla Quaresima il vescovo di Città di Castello, mons. Domenico Cancian, nell’editoriale del Foglio di collegamento di febbraio, notiziario mensile della Chiesa Tifernate. “Oggi soprattutto – prosegue il vescovo -. Giusto l’anno scorso, di questi tempi cominciava a dilagare la pandemia, scatenata da quel virus maligno che toglie il respiro. La Quaresima 2021 ci trova ancora in piena sofferenza. Stiamo vaccinandoci per sviluppare gli anticorpi e debellare il virus. Ancor più necessario è il ‘vaccino’ della Grazia del Signore offerta gratis a tutti, già disponibile, capace di farci vivere come fratelli di Cristo, figli dell’unico Padre. Una vita divina”. Di qui l’invito a meditare l’enciclica “Fratelli tutti” e la lettera apostolica “Patris corde”: “Può essere un buon impegno quaresimale”.
Per mons. Cancian, “quel che ci salva è la fraternità vera e la capacità di ‘generare’ vita nuova. Il contrario è l’individualismo/narcisismo nel nostro Paese sterile che ci chiude nella gabbia dell’io, o peggio ci rende aggressivi con la violenza verbale e fisica. In questi giorni abbiamo avuto suicidi di adolescenti che ci dovrebbero far riflettere molto, come ci dovrebbe far riflettere la denatalità e la scarsa capacità di dialogare fraternamente cercando insieme il bene vero”. Di qui l’interrogativo: “La crisi sociale e politica che stiamo vivendo nel nostro Paese non potrebbe ripartire da qui e fare un balzo in avanti, superando violente contrapposizioni di parte?”.

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