Diocesi: Prato, domenica 31 gennaio una serie di testimonianze per promuovere “la cultura della cura come percorso di pace”

“La cultura della cura come percorso di pace”. È questo il tema della 54ª Giornata mondiale della pace, che si è celebrata il 1° gennaio. A livello diocesano, la Chiesa di Prato organizza domenica 31 gennaio a partire dalle 15 nel chiostro di San Domenico per una vera e propria Festa della pace. L’iniziativa è organizzata dal Coordinamento cittadino per la pace del comune di Prato in collaborazione con l’Azione Cattolica diocesana in qualità di capofila, l’associazione Cieli Aperti, Agesci zona di Prato e l’oratorio Sant’Anna. L’evento ha il patrocinio del Comune di Prato.
Tutto si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti contagio. I ragazzi partecipanti, un numero ridotto alla luce dell’emergenza sanitaria, si disporranno lungo tutto il perimetro del chiostro e prenderanno alternativamente il lembo di una bandiera della pace e di un nastro bianco, così da garantire il distanziamento. Il loro ingresso sarà accompagnato da musiche e canti di sottofondo sul tema della pace. “Al centro del chiostro ci saranno i quattro testimoni – si legge in una nota della diocesi -. In ciascuno dei quattro quadranti, dove verranno realizzati i segni, invece saranno presenti un ragazzo e un educatore delle quattro associazioni coinvolte. In un vaso di coccio verranno messi la terra, l’acqua e semi di grano. L’infermiere Pietro Serafini, volontario della Misericordia, parlerà de ‘La cura mediante la solidarietà’; dopo la sua testimonianza verrà consegnato un vaso di terracotta a ciascun gruppo. Con il secondo testimone, don Matteo Pedrini dei Ricostruttori nella preghiera, verrà messa la terra nei vasi e a lui è affidato il tema ‘La cura e la salvaguardia del creato’. Il terzo momento, al termine del quale verrà versata l’acqua nei vasi, sarà incentrato su ‘La cura del bene comune’, con il sindaco Matteo Biffoni. Testimone de ‘La cura come promozione della dignità e dei diritti della persona’ è il vescovo Giovanni Nerbini”. Al termine “verranno messi i semi di grano nei quattro vasi. Quindi verranno lanciati in aria dei palloncini colorati. Ogni ragazzo riceverà un vasetto con terra e semi da custodire e curare fino a primavera, quando sarà invitato a riportare la propria piantina in piazza per una giornata di festa tutti insieme”.

 

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