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Regno Unito: ultime ore di vita per “R.S.”, paziente in coma. Stroilov (Christian Concern), “così il sistema giudiziario consente l’eutanasia”

“È orribile e tragico come il sistema giudiziario britannico sfrutti un vuoto nella legislazione per consentire, di fatto, l’eutanasia”. Così Pavel Stroilov, portavoce del movimento per la vita “Christian Concern”, commenta la notizia che la Corte di appello del Regno Unito ha rifiutato alla mamma di un paziente polacco in coma la possibilità di far ascoltare dai giudici alcuni specialisti secondo i quali l’uomo potrebbe recuperare in parte le sue facoltà. “R.S.” – solo con queste iniziali può essere conosciuto il paziente – stava già morendo domenica sera quando gli erano stati sospesi alimentazione e idratazione. Fluidi e cibo sono stati somministrati di nuovo in attesa che i giudici di appello prendessero una decisione ma verranno interrotti domani alle 6.30 del mattino in modo definitivo. L’uomo era finito in coma, dopo un infarto, lo scorso 6 novembre. L’ospedale di Plymouth, dove è ricoverato, aveva deciso di interrompere i supporti vitali alla vigilia di Natale. Era stato il governo polacco, intervenendo su quello britannico, a salvare il paziente mentre ricorreva alla Corte europea dei diritti umani per ottenere che “R.S.” venisse riportato in patria e curato. “Purtroppo il tribunale di Strasburgo ha deciso che la materia è di competenza dei britannici”, conclude Pavel Stroilov. “I giudici di appello hanno deciso di non ascoltare mamma e sorelle secondo le quali l’uomo, che era cattolico praticante, non avrebbe voluto morire così”.

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