Madagascar: Wfp, “fame, siccità e pandemia, rischio crisi umanitaria nelle regioni meridionali”

Un terzo della popolazione del Madagascar meridionale faticherà ad avere cibo sufficiente a causa della combinazione di tre anni consecutivi di siccità e della grave recessione dovuta alla pandemia di Covid-19. I tassi di malnutrizione grave continuano a crescere rapidamente e molti bambini sono costretti a chiedere l’elemosina per aiutare le famiglie a nutrirsi. “È necessaria una azione urgente per evitare una crisi umanitaria”. A lanciare oggi l’allarme è il World food programme, l’agenzia delle Nazioni Unite che distribuisce cibo e aiuti durante le emergenze.  In queste zone del Madagascar circa 1,35 milioni di persone vivono nell’insicurezza alimentare, il 35 % del totale della popolazione della regione. Si tratta di quasi il doppio di quanto registrato nello stesso periodo dello scorso anno. “Per sopravvivere, le famiglie mangiano i frutti del tamarindo mischiati all’argilla”, spiega Moumini Ouedraogo, rappresentante del Wfp in Madagascar. “Non è possibile avere un altro anno come questo. Senza pioggia e con un magro raccolto, le persone rischiano di morire di fame. Nessuno dovrebbe vivere in queste condizioni”. I bambini sono i più colpiti dalla crisi alimentare e molti di loro hanno abbandonato la scuola e chiedono cibo in strada. Secondo una verifica del Wfp ad Amboasary, nell’ottobre dello scorso anno, tre bambini su quattro non vanno a scuola perché devono aiutare i genitori a trovare cibo. Nelle tre regioni maggiormente colpite (Androy, Anôsy e Atsimo Andrefana), la prevalenza della malnutrizione acuta globale  nei bambini al di sotto dei cinque anni è del 10,7%. Si tratta del secondo tasso più alto di tutta l’Africa australe e orientale. Le proiezioni più recenti indicano in oltre 135.000 il numero di bambini che potrebbero soffrire di malnutrizione acuta, inclusi 27.000 di loro in un stato di malnutrizione grave. Il Wfp fornisce al momento assistenza alimentare a quasi mezzo milione di persone nei nove distretti più colpiti del sud del Paese. Servono 35 milioni di dollari per i programmi di distribuzione di cibo salvavita e contante, cure per la malnutrizione, alimentazione scolastica di emergenza per 150.000 bambini.

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