Comunione e Liberazione: don Julián Carrón rieletto presidente

Sabato 21 marzo si è svolta a Milano la Diaconia centrale della Fraternità di Comunione e Liberazione per l’elezione del presidente, al termine del mandato di don Julián Carrón, che nel 2004 era stato indicato da don Luigi Giussani come suo successore. Alla votazione, che si è svolta a scrutinio segreto, hanno preso parte tutti i membri della Diaconia, salvo un assente giustificato, di cui 9 presenti in sede nel rispetto delle norme sanitarie imposte dall’emergenza Covid˗19 e 21 collegati in videoconferenza dall’Italia e dal mondo. Ha presieduto il seggio elettorale il vicepresidente della Fraternità, Davide Prosperi. Don Carrón è stato rieletto all’unanimità, con una sola scheda bianca, per i prossimi sei anni. È stato lo stesso don Carrón a dare notizia dell’avvenuta rielezione con una lettera a tutto il movimento: “Cosciente dei miei limiti, desidero continuare a servire l’iniziativa di Colui che è il vero protagonista di quello che viviamo. Nessuno di noi, infatti, sarebbe in grado di generare quello che vediamo accadere in noi e attorno a noi. Tutti rimaniamo veramente stupefatti davanti a tanta ricchezza di vita, di iniziative, di novità adesso, in un momento particolarmente sfidante, in un’epoca nella quale il nichilismo dilaga dappertutto. In particolare, nella circostanza drammatica che stiamo attraversando, si vede chiaramente come il percorso educativo in cui siamo coinvolti genera persone in grado di stare davanti alle sfide, senza cedere alla paura e al nulla”.
Don Carrón ha, quindi, rivolto un appello: “La grave emergenza sanitaria provocata dal Covid˗19 sta avendo ripercussioni sull’economia e sulla vita di molti in Italia e in numerosi Paesi del mondo. Di conseguenza, la Fraternità sarà sicuramente chiamata a sostenere tante necessità che emergeranno fra di noi. In questi giorni così drammatici sentiamo tutti più vivo il desiderio di venire in soccorso ai tanti bisogni che ci sono e che ci saranno nel prossimo futuro. Per aiutarci a stare davanti al bisogno e al desiderio che suscita, concependo e vivendo ogni particolare in nesso con il tutto, vi chiedo di considerare con grande serietà l’impegno che ciascuno ha preso o intende riprendere con quello strumento con cui il movimento ci ha sempre educato a una ‘concezione comunionale del proprio avere’, il Fondo comune, in modo che la Fraternità possa far fronte, nei limiti del possibile e tenendo conto di tutti i fattori in gioco, alle diverse necessità che si presenteranno”. Infine, ha espresso vicinanza “a quanti sono impegnati in prima linea (come infermieri, medici e nei servizi di ogni tipo), agli ammalati e a coloro che hanno perso qualcuno dei propri cari”.

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