Migrazioni: Scavo (Avvenire), “attenzione a manipolazione lessicale”. “Respingere migranti in Libia non è salvarli”

(da Assisi) Sui migranti riportati in Libia dalla guardia costiera di quel Paese “è stata compiuta una manipolazione lessicale che non ci permette di guardare i fatti”. Lo ha detto il giornalista di Avvenire, Nello Scavo, intervenendo oggi pomeriggio al confronto pubblico dedicato a “Verità e responsabilità nel giornalismo di oggi”, nell’ambito della scuola di formazione dell’Ucsi “Giancarlo Zizola”, che si sta svolgendo ad Assisi. Riflettendo sulla professione giornalistica, Scavo ha evidenziato che “nel nostro Paese un giornalista che prova a incrociare i fatti, che ricostruisce le notizie, diventa giornalista di inchiesta”. “E questo è preoccupante. Perché dovrebbe essere semplicemente un giornalista. Ci sono tecniche proprie dei giornalisti di inchiesta, ma un giornalista che fa domande dovrebbe essere semplicemente un giornalista”. Soffermandosi sul lessico utilizzato dai colleghi, Scavo chiede di fare attenzione: “Prima di sdoganare certe parole bisognerebbe riflettere sulle ricadute nella vita delle persone”. Soffermandosi su una delle responsabilità del mestiere, il giornalista di Avvenire ha indicato quella di ricostruire gli scenari: “Mi è capitato di scoprire qualcosa che era sotto i nostri occhi, ma spesso non si riusce a farlo per cattiva volontà o perché qualcuno prova a nascondere quelle verità”. Quindi, l’attenzione sul lessico, riferendosi ai respingimenti della guardia costiera libica: “Accettare che le persone possano essere respinte verso la Libia o fare in modo che non possano partire dalla lì pagando delle milizie che, secondo l’Onu partecipano al traffico di esseri umani, non è salvataggio, come ci è stato detto”.

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