“Dove le madri hanno sperimentato comportamenti duri, umiliazioni o sono state costrette dalle religiose ad abbandonare i propri figli, ci scusiamo”. Con queste parole suor Mieke Kerckhof, presidente dell’Unione dei religiosi in Fiandra (Urv), è intervenuta in vista della trasmissione dedicata alle adozioni forzate in onda domani, 7 ottobre, sull’emittente Vtm. Il documentario riaccende i riflettori su vicende avvenute in contesto ecclesiale tra il 1950 e il 1989. “Siamo vicine alle donne che hanno dovuto separarsi dai figli e a quanti sono stati adottati e vivono un complesso percorso identitario”, ha aggiunto. L’Urv ha ribadito il pieno sostegno all’appello dei vescovi fiamminghi per un’indagine scientifica indipendente “sulle pratiche di abbandono e adozione dell’epoca”, ricordando che “in una Chiesa e società che allora consideravano la maternità fuori dal matrimonio come inaccettabile, è mancata una cultura di protezione del legame madre-figlio”. “Siamo stati parte di un ingranaggio in cui mancava conoscenza sull’impatto della separazione”, ha ammesso suor Kerckhof. Il Papa, nel discorso del 27 settembre 2024 a Laeken, aveva affermato: “Molti pensavano, in buona fede, che l’adozione fosse la soluzione migliore per evitare lo stigma verso le madri”. L’Urv e la Conferenza episcopale hanno annunciato sostegno a percorsi di cura, memoria e dialogo, tra cui la creazione di un’opera d’arte a Lommel come riconoscimento del dolore vissuto da madri e figli.