Scuola: mons. Palumbo (Termoli-Larino), vivere questo nuovo anno come “un tempo propizio della vita”

“Di fronte alle molteplici sfide che la nostra società vive, tra il ritmo veloce del succedersi degli accadimenti, la scuola rimane salda come ambiente educativo in cui si cresce per apprendere, assieme alle chiavi dei distinti saperi, la lezione sul vivere pieno di senso, per diventare persone adulte e mature, in grado di percorrere le strade della vita”. Lo scrive il vescovo di Termoli-Larino, mons. Claudio Palumbo, in un messaggio per l’inizio dell’anno scolastico. Oggi, scrive il presule, la scuola si trova ad affrontare “un nodo molto complesso, a cominciare dalla sua stessa identità e dagli obiettivi da perseguire, nella concatenazione relazionale tra passato, presente e futuro. Pur nel contesto della cosiddetta ‘società liquida’ o del ‘post-moderno’ rimane il fatto che la scuola, se, da una parte, deve trasmettere quanto ereditato dal passato, deve, d’altro canto, fornire gli strumenti adeguati per leggere bene il presente e acquisire quelle capacità idonee a costruire il futuro, rispondendo appieno a quella vocazione che, mediante l’insegnamento e lo studio, qualifica inequivocabilmente la stessa scuola e l’educazione”. Mons. Palumbo, rivolgendosi agli studenti ha scritto che hanno “il diritto di essere aiutati a guardare lontano, con cuore grande, coltivando grandi ideali che nutrano il desiderio e sostengano il dovere di compiere grandi cose. La scuola, dal canto suo – ha aggiunto – ha il delicato compito di risvegliare la vostra vita, di insegnarvi a vivere bene, di promuovere un’esistenza che abbia un senso profondo, con i colori dell’ entusiasmo, della gioia e della speranza, rivendicando al contempo, essa, quel giusto diritto di poter godere appieno del riconoscimento e dei frutti della propria impareggiabile opera, quando, cioè, l’insegnante, sentendosi consapevolmente educatore ‘padre’ e ‘madre’), sceglie di esserci nella vita dei propri studenti, non solo per offrire conoscenze, ma prima di tutto per sostenere pazientemente e amorevolmente lo sbocciare e il fiorire lento, delicato e prezioso della vita dell’alunno. Quando, cioè, ogni educatore si percepisce come esemplare maestro di vita, prima ancora che esperto di scienza, ed è giustamente riconosciuto e gratificato per questo sua missione”. “Penso – ha spiegato – che, a questo preciso riguardo, gli stessi genitori debbano sentirsi sollecitati e sostenuti per una sensibilità che rafforzi e cementi vieppiù quell’alleanza vitale scuola-famiglia a sommo beneficio dei loro figli”. L’augurio per tutta la comunità scolastica è quello di “vivere questo nuovo Anno Scolastico come un tempo propizio della vita, dentro una ‘palestra’ speciale dove, oltre ad apprendere nozioni di scientia ci si allena per crescere in sapientia, maturando la cultura dell’incontro e del dialogo, della solidarietà e dell’amore fraterno”.

 

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