Scuola: mons. Lagnese (Capua e Caserta), “sia ‘casa di pace’, dove si coltiva il dialogo, pratica la giustizia e si custodisce il perdono”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La scuola è il luogo in cui si apprende il sapere, si acquisisce un’esperienza di vita e soprattutto si coltiva la virtù della sapienza; luogo privilegiato dove si fa esperienza del vivere insieme, dove ci si accorge dell’altro, dove si sperimentano sentimenti ed emozioni”. Lo scrive mons. Pietro Lagnese, arcivescovo di Capua e vescovo di Caserta, nel suo messaggio per il mondo della scuola.
“Viviamo un momento storico in cui la comunità scolastica affronta sfide sempre più complesse: dall’interazione con il mondo dei social all’educazione alla non violenza e, più in generale, a quella civica; dall’accompagnamento psicologico degli studenti alla formazione professionale”, aggiunge il presule.
“Il mio primo pensiero va a voi ragazzi. Vivete questo percorso con gioia, affidandovi ai docenti che vi aiuteranno a progredire nella conoscenza, nello studio e nella conquista dell’autonomia personale. Rifuggite ogni forma di violenza, anche solo verbale, e coltivate il rispetto e la solidarietà – l’esortazione di mons. Lagnese –. Vi affido a Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis e v’invito a seguire il loro esempio; giovani come voi, pochi giorni fa sono stati proclamati santi da Papa Leone XIV: esempi luminosi di fede operosa, certamente anche grazie alla scuola, hanno maturato scelte importanti e hanno scoperto nel Signore Gesù e nel Suo Vangelo la via per una pienezza di vita che hanno testimoniato in maniera eroica”.
Un ringraziamento ai “docenti cui è affidata la cura, la crescita e il futuro dei nostri giovani. Continuate a guardare alla scuola come un luogo privilegiato di formazione integrale della persona, di crescita non solo intellettuale, ma anche umana e spirituale degli studenti. Accompagnateli, avendo cura di leggere nei loro occhi le domande, i bisogni e le attese, per dire loro le parole giuste, nel rispetto di tutti e di ciascuno. Se è vero che educare è un’arte, vi auguro di diventare dei veri artisti!”.
Il presule osserva: “La famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che genitori e docenti collaborino in forma sinergica, perché l’azione educativa e formativa possa essere efficace. L’unità d’intenti tra famiglia e insegnanti fa pensare a quel proverbio africano tanto vero e attuale: ‘Per educare un figlio ci vuole un villaggio’. Per educare uno studente ci vogliono tante realtà: famiglia, insegnanti, personale non docente, comunità…”.
Non manca un pensiero ai ragazzi e ai giovani di Gaza e dell’Ucraina e di tutte quelle aree del pianeta in cui imperversano guerre fratricide: “Tanti studenti non potranno andare a scuola o saranno costretti a fare lezione con la paura di essere bombardati. Pensando a loro, facciamo in modo che le nostre scuole diventino tante ‘case di pace’, dove si coltiva il dialogo come mezzo per disinnescare le ostilità, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono”.
Da quest’anno, durante le lezioni, sarà vietato l’uso dei cellulari anche nelle scuole superiori: “Cari studenti, guardate a questa novità come un’opportunità per rifuggire dal pericolo che le amicizie e i contatti divengano solo virtuali invece che restare umani. Lo smartphone è un grande aiuto, è bello che tutti possano usarlo, ma quando si diventa schiavi di questo strumento, si corre il rischio di perdere la propria libertà”.

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