“Leone XIV come matematico sa calcolare bene in ogni situazione, con prudenza e opportunità, come missionario sa donarsi ed essere flessibile, come teologo sa approfondire e come canonista, che pure è, sa regolare. Nella Chiesa, i veri canonisti sanno tradurre in norme adeguate cose importanti di sostanza che permettono di dare forma al cammino della Chiesa come segno del Regno di Dio”. Lo afferma l’arcivescovo di Lima e primate del Perù, il card. Carlos Castillo, in un’intervista alla rivista peruviana “Carretas”. Secondo il porporato, “Leone XIV, come missionario agostiniano, partecipò non solo alla più ricca esperienza formativa nel seminario agostiniano di Trujillo, ma anche al lavoro pastorale a Chulucanas e come vescovo di Chiclayo, e come generale agostiniano in molte parti del mondo, Ha raccolto tutta l’eredità del rinnovamento della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II”.
Aggiunge il card. Castillo: “Mi sembra che un punto importante sarà che Leone XIV contribuirà all’urgente e migliore ordinamento canonico dell’enormità di iniziative e organizzazioni sinodali della Chiesa nel mondo che dovranno essere istituite in modo preciso e creativo, per una Chiesa meglio inserita come segno di unità nelle dinamiche di un mondo che ha bisogno di ricordare che solo essendo e diventando fratelli, aspirando al bene comune, avremo un futuro”.
In questa prospettiva, “la traccia della continuità con Francesco sarà chiara, come già esposto in Fratelli tutti, di fronte al tentativo di rompere l’unità dell’umanità e ai populismi e autoritarismi per interessi meschini. Nuove sfide verranno dai cambiamenti del tempo, della tecnologia, della crisi che possono produrre cose peggiori, ma Leone XIV raccoglierà dalla fonte inesauribile del Vangelo quegli aspetti che ci illuminano come credenti e ci permettono di dialogare con i migliori sforzi per rendere l’umanità più profondamente umana”.