“La strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, segna una delle pagine più drammatiche della nostra storia repubblicana: il giudice Giovanni Falcone ucciso in un attentato insieme alla moglie, Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Colpiti dalla mafia perché simboli di uno Stato che non si arrende alla criminalità”. Così il presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, in occasione del 33° anniversario della strage di Capaci. “Insieme a Paolo Borsellino e a tanti altri servitori dello Stato, Falcone ha incarnato e rappresenta tuttora, la forza della legalità, il coraggio della giustizia, l’esempio di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte”, ha aggiunto la seconda carica dello Stato, parlando di “un’eredità morale importante che la Nazione ha il dovere di custodire e tramandare di generazione in generazione. Oggi, a distanza di 33 anni, ne rinnoviamo il ricordo e ci stringiamo con affetto ai familiari delle vittime”.