Sudan: Save the Children, ogni giorno circa 1.000 persone in fuga verso il Sud Sudan

Ogni giorno, circa 1.000 persone fuggono disperate dal Sudan verso il Sud Sudan, in fuga da un anno di guerra devastante. Lo ricorda oggi Save the Children, raccontando di famiglie che si trovano ad affrontare un caldo torrido e la disperazione di perdere tutto ciò che possiedono. Più di 600.000 persone hanno attraversato il confine dallo scorso aprile, fuggendo verso una regione già flagellata da una grave crisi alimentare. Il loro destino di queste persone è spesso incerto, mentre le ostilità non diminuiscono. Molti giungono al valico di frontiera di Joda, nello Stato dell’Alto Nilo, nei sovraffollati centri di transito della vicina Renk. Qui, la carenza di cibo e acqua, insieme all’assistenza sanitaria limitata, mettono a dura prova la resilienza delle famiglie, molte delle quali dormono all’aperto in rifugi di fortuna. Persone senza nulla, che hanno perso casa e mezzi di sussistenza, intraprendono un viaggio disperato verso la speranza, spesso con bambini che hanno assistito impotenti alla morte dei propri cari lungo il percorso. Save the Children ha aperto Spazi a misura di bambino nei centri di transito di Renk, offrendo un rifugio di normalità per i più piccoli, dove possono giocare, dipingere, e ricevere supporto psicosociale. Ma la sfida è enorme: i bisogni superano di gran lunga le risorse attualmente disponibili. L’appello delle Nazioni Unite di 1,8 miliardi di dollari di finanziamento a favore del Sud Sudan è stato finora finanziato solo al 18%. “Questa è una delle crisi più trascurate al mondo – ha detto la direttrice generale di Save the Children International, Inger Ashing, dopo aver visitato Renk – e sta peggiorando di giorno in giorno. Ho sentito tante storie strazianti da parte dei bambini. Alcuni hanno visto i loro genitori uccisi. Altri sono stati separati dalle loro famiglie. Molti mi hanno detto che volevano solo un po’ di normalità e tornare a scuola. È devastante pensare che questo viaggio non sia la fine del loro calvario ma solo l’inizio, molti di loro non sanno dove stanno andando e sono senza risorse. La maggior parte degli sfollati trascorre in media sette anni in movimento”. Save the Children opera in Sud Sudan dal 1991, fornendo assistenza vitale a bambini e famiglie vulnerabili. Ma di fronte a questa crescente crisi, l’organizzazione si trova ad affrontare sfide senza precedenti. L’obiettivo è raggiungere 1,4 milioni di persone quest’anno. Ma senza un sostegno immediato molti rischiano di essere abbandonati a un destino di sofferenza e disperazione.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori