Eurostat: costo orario del lavoro varia da 9 a 54 euro nell’Ue. In cima Lussemburgo, in fondo Bulgaria

Nel 2023, il costo orario medio del lavoro è stato di 31,8 euro nell’Ue e di 35,6 euro nell’eurozona. Se si srotola la media su base geografica, si trovano in fondo alla classifica la Bulgaria (con un costo medio di 9,3 euro), la Romania (11) e l’Ungheria (12,8), mentre in cima ci sono Lussemburgo (53,9 euro), Danimarca (48,1) e Belgio (47,1). Se invece si srotola la media per settori, emerge che il costo orario del lavoro nell’industria è stato di 32,2 euro nell’Ue e di 38 euro nell’eurozona; nell’edilizia il costo era inferiore, rispettivamente 28,5 e 31,9 euro. Nei servizi, il costo orario del lavoro varia tra 31,8 euro dell’Ue e 34,8 euro nell’eurozona. Nei settori non imprenditoriali (esclusa la pubblica amministrazione), la media era rispettivamente di 32,4 e 35,7 euro. I costi non salariali (come i contributi a carico dei datori di lavoro) incidono per il 24,7% sul costo complessivo nell’Ue e per il 25,5% nell’eurozona. Anche qui si va da un minimo di Malta (1,4%), Romania (5,0%) e Lituania (5,4%) fino al massimo di Svezia (32,2%) e Francia (31,9%). Il costo orario del lavoro nel 2023 è aumentato in tutti i Paesi, con una media del 5,3% nell’Ue e del 4,8% nell’eurozona rispetto al 2022. Gli aumenti maggiori tra i Paesi euro sono stati registrati in Croazia (+14,2%), Lituania (+12,4%) ed Estonia (+11,7%). Per i Paesi non euro, gli aumenti maggiori sono stati registrati in Ungheria (+17,0%), Romania (+16,5%), Bulgaria (+14,0%) e Polonia (+12,4%). L’aumento minore è stato registrato in Danimarca (+2,7%). I dati sono riportati in uno studio di Eurostat diffuso oggi.

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