Sanità: al Gemelli un ambulatorio per vaccinare i “fragili”, individuati con l’intelligenza artificiale

Un anno fa, l’Osservatorio italiano prevenzione lanciava il programma nazionale Ospivax. “Anche sulla base di quanto previsto dal nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale che stimola a valorizzare per le vaccinazioni dei setting alternativi (medico di Medicina generale, farmacie) ai centri vaccinali del territorio – spiega Patrizia Laurenti, direttore dell’Uoc di Igiene ospedaliera della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs – il programma Ospivax invita a vaccinare in ospedale non solo i pazienti fragili e vulnerabili, ma anche gli operatori sanitari e i loro caregiver, secondo la strategia ‘cocoon’ (proteggo il caregiver e il familiare di un paziente fragile, per proteggere meglio il paziente). L’obiettivo insomma, come ospedale, è quello di mettersi al servizio della prevenzione perché abbiamo una grande opportunità di intercettare i fragili, che così possono approfittare di un’offerta vaccinale attiva, in integrazione con il territorio. I criteri di attribuzione dei ‘bollini’ Ospivax sono molto rigorosi, ma come Gemelli riteniamo di avere tutte le carte in regola per ottenere il bollino ed essere tra i primissimi a livello nazionale”.
Un punto cruciale è come individuare i “fragili”. Sarà un algoritmo di intelligenza artificiale messo a punto dall’Ict del Gemelli e applicato ai registri sanitari elettronici dell’ospedale, a individuare i soggetti più a rischio di “fragilità”. “Questi verranno ricontattati – anticipa Laurenti – per un’offerta attiva di vaccinazione da erogarsi presso il nostro ambulatorio vaccinale ospedaliero (presso la sala prelievi del secondo piano, una volta a settimana) o presso i centri vaccinali di riferimento della Asl Roma 1 che collabora al progetto. Questa attività rientra nel Work Package 3 CareVax, parte del progetto nazionale multi-stakeholder Dare (DigitAl lifelong pRevEntion), i cui referenti per Fondazione Policlinico Gemelli sono Stefania Boccia e Roberta Pastorino. La fase pilota del progetto, che partirà il prossimo aprile e durerà 6 mesi, coinvolgerà i pazienti del Centro Malattie apparato digerente (Cemad) e gli emodializzati. Il nostro obiettivo è di trasformarla in un’attività strutturata, a beneficio di tutti i pazienti del Gemelli”.

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