Società: Acli, mercoledì a Roma si presentano due ricerche su famiglie povere, impatto dell’inflazione sui redditi, vulnerabilità e disuguaglianze

Verranno presentate mercoledì 21 febbraio, a Roma, dalle Acli due ricerche inedite sulla crescita dell’impoverimento nell’Italia di oggi. La giornata di studio promossa sarà divisa in due parti; alla mattina i lavori, ospitati dalle 10 nella sala Cristallo presso l’Hotel Nazionale in piazza Montecitorio 131, prevedono l’illustrazione dell’indagine “Povere famiglie. L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani”, realizzata dall’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie in collaborazione con il Caf Acli e l’Iref, su un panel di oltre 600.000 dichiarazioni dei redditi, raccolte dal Caf Acli negli ultimi 4 anni.
L’Osservatorio, nato a giugno 2022, ha lo scopo di raccogliere periodicamente dati inerenti alle famiglie per interpretarne i bisogni e farsi portavoce presso il Governo di proposte concrete su politiche familiari, economiche e sociali. Il lavoro di ricerca che viene proposto con cadenza annuale è davvero un unicum nel panorama delle indagini visto che il lavoro viene fatto su dati ufficiali (le dichiarazioni dei redditi) e non su interviste o campioni, dati raccolti in forma anonima. L’altro punto di forza dell’analisi, sottolineano le Acli in una nota, è il fatto che venga fatto su un panel, cioè sulle stesse famiglie che sono state seguite per ben 4 anni. Questa terza indagine dell’Osservatorio si basa su un panel molto ampio, di 602.566 famiglie che hanno presentato la dichiarazione dei redditi presso il Caf Acli dal 2020 al 2023. In particolare, la ricerca analizza la perdita reale di potere d’acquisto a causa dell’inflazione, l’impatto che ha avuto sui mutui abitativi e sulle spese per i figli, la differenza di rischio di entrare in povertà tra un uomo e una donna. Mostra, inoltre, quali sono i nuclei familiari che sono entrati o usciti dalla soglia di povertà.
“Confrontando i dati delle dichiarazioni dei redditi dal 2020 al 2023 – viene spiegato in una nota – emerge che l’inflazione e la guerra hanno eroso i redditi del ceto medio più del Covid. Una perdita invisibile, non rilevabile in busta paga, ma che ha limitato fortemente le scelte di spesa, andando a colpire anche i beni primari”.
L’evento di mercoledì sarà introdotto da Lidia Borzì, delegata nazionale Acli Famiglia e stili di vita. A seguire interverranno: Stefano Parisi, presidente Caf Acli; Antonio Russo, vicepresidente nazionale Acli e portavoce dell’Alleanza contro la povertà; Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle famiglie. La ricerca sarà presentata da Alessandro Serini, ricercatore senior Iref, e poi commentata dai parlamentari Paolo Barelli (Forza Italia), Marco Furfaro (Partito democratico), Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle) e Luciano Ciocchetti (Fratelli d’Italia).
Nel pomeriggio, alle 17, presso la sede nazionale delle Acli, via Marcora, 18/20, sarà presentata la seconda parte della ricerca, dal titolo “Povertà, vulnerabilità e disuguaglianza. La nuova sfida dei territori e delle comunità”. Grazie all’analisi sul panel quadriennale di dichiarazioni dei redditi, l’Iref, l’Istituto di ricerche educative e formative delle Acli, ha certificato come la povertà relativa non è un fenomeno solo urbano, ma in proporzione è più diffusa nelle aree interne d’Italia. Per alcune tipologie familiari il gap di reddito tra città e paese assume proporzioni estremamente ampie. L’indagine sarà presentata dal coordinatore ricerche dell’Iref, Gianfranco Zucca. Seguiranno gli interventi di Antonio Russo, Lidia Borzì, Remo Siza, sociologo, editorial board of the Journal of international and comparative social policy, Luisa Corazza, professoressa presso il dipartimento di economia, Unimol. Le conclusioni sono affidate a Emiliano Manfredonia, Presidente nazionale Acli.

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