Diocesi: Roma, il card. Rugambwa (Tabora) prende possesso del titolo di Santa Maria in Montesanto. “Riscoprire la vera bellezza”

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“La bellezza dell’arte è via privilegiata di evangelizzazione, come ci ha indicato il Santo Padre. Tutte le espressioni di autentica bellezza sono sentiero per incontrarci nel Signore”. Lo ha detto il card. Protase Rugambwa, arcivescovo di Tabora (Tanzania), nell’omelia della messa che ha celebrato ieri nella basilica Santa Maria in Montesanto, conosciuta come la chiesa degli artisti, a Roma, di cui ha preso possesso del titolo. Dopo il bacio del crocifisso e l’ingresso nella basilica, il card. Rugambwa ha presieduto la messa, concelebrata con alcuni cardinali e vescovi e aperta dalla lettura delle bolle pontificie.

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Nell’omelia ha commentato il Vangelo del giorno, soffermandosi sulla conversione, che “non è solo cambiare rotta ma ricevere da Dio una luce nuova che ci permette di cambiare mentalità: cambiare rapporto con Dio, con le persone e con le cose”. “Come può avere inizio l’opera di conversione nei nostri cuori? – ha chiesto il cardinale –. Accogliendo il Vangelo e la Parola che salva – è la risposta –. La conversione è alla portata di tutti noi. Per metterci in cammino e assumere uno sguardo nuovo nel cuore e sul mondo. Nessuno sia così sfiduciato da pensare che non può rialzarsi”, è stata l’esortazione del cardinale. Soffermandosi, infine, sull’assegnazione da parte del Papa del titolo di Santa Maria in Montesanto, il card. Rugambwa ha incoraggiato i fedeli a essere “testimoni e cercatori di bellezza”. “Uomini e donne del nostro tempo hanno bisogno di riscoprire la vera bellezza, quella che splende sul volto di Cristo. Continuate a cercarla per farla risplendere attraverso le vostre opere”.
Al termine della celebrazione, dopo la firma dell’atto, il rettore della basilica, mons. Walter Insero, ha espresso “l’emozione e la gioia di tutta la comunità”. Quella di ieri è stata “una giornata storica per la nostra basilica”. “In 4 secoli di storia di questa basilica, lei è il primo cardinale titolare”, ha detto il rettore al porporato, considerando l’elevazione della rettoria a basilica pontificia un “segno dell’attenzione e della paternità di Papa Francesco”. “In questa celebrazione hanno vibrato in noi la cattolicità, quindi l’università, della Chiesa e la missionarietà. Adesso lei è vescovo e cardinale missionario. La diocesi di Tabora è più grande di Burundi e Uganda uniti insieme – ha ricordato –. Oggi nasce un gemellaggio tra la nostra comunità e la vostra diocesi. Ci organizzeremo per vivere questa missionarietà”.

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