Rai Uno: torna la serie “Màkari”. Claudio Gioè, “non ho paura del personaggio. Anzi, imbrigliatemi!”

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“Tanti i punti in comune con Saverio Lamanna. Anzitutto sono palermitano, di quella stessa generazione. Anche io sono tornato a vivere in Siclia dopo un periodo trascorso a Roma. Sinceramente, non ho alcuna paura di rimanere imbrigliato nel personaggio. Anzi, dico: imbrigliatemi!”. Così Claudio Gioè, strappando sorrisi nella sala stampa Rai di Roma. L’occasione è la presentazione della terza stagione di “Màkari”, serie dai romanzi gialli di Gaetano Savatteri (editi Sellerio), una produzione targata Palomar e Rai Fiction. Cambio alla regia con l’ingresso di Monica Vullo e Riccardo Mosca, confermato invece il trio protagonista: Claudio Gioè, Ester Pantano e Domenico Centamore. Due poi le new entry, Serena Iansiti ed Eugenio Franceschini.
Visibilmente contenta del prodotto è la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati. “La parola che caratterizza questa serie – ha sottolineato – è leggerezza. Una leggerezza che passa attraverso una favola siciliana con al centro investigatori, una coppia di pasticcioni intelligenti, polizia, aiutanti e oppositori. Tutto declinato con leggerezza”. La Ammirati ha poi aggiunto: “Ringrazio Carlo Degli Esposti per l’intelligenza con cui arriva sempre a portare alla nostra attenzione la serialità migliore, di cui non si può più fare a meno”.
Il produttore Degli Esposti ha affermato: “È un caposaldo della nostra linea editoriale: utilizzare il romanzo poliziesco per raccontare il Paese, le sue speranze. Non abbiamo mai ceduto al racconto del male. ‘Màkari’ è nato durante il periodo del Covid-19, nella pesantezza del clima di quei momenti, nel mettere in discussione per la prima volta dal Dopoguerra le certezze acquisite. Lì abbiamo capito che serviva un racconto leggero, senza però rinunciare ai riferimenti etici delle nostre produzioni. E abbiamo scoperto i romanzi di Savatteri”. Il patron della Palomar ha inoltre precisato: “In questa terza stagione di ‘Màkari’, oltre alle indagini, entriamo nelle storie dei personaggi. In primo piano c’è ‘il dramma della gelosia’”.
Il protagonista Gioè ha poi dichiarato: “Uno degli ingredienti principali della serie è sì la leggerezza, che però non va confusa con semplicità, superficialità. La leggerezza va conquistata, è faticosa, senza scomodare Italo Calvino. Bisogna lavorare per arrivare a tali livelli di leggerezza: per far piangere basta una situazione data, la comicità invece è un’altra cosa, richiede tempi quasi matematici, musicali, dove la scrittura è centrale. E Gaetano Savatteri ha trovato una chiave fondamentale per raccontare con ironia la Sicilia, lontano da stereotipi e con uno sguardo contemporaneo, nuovo”.
Infine, interrogato sulle somiglianze con il suo alter ego di carta, Savatteri ha chiosato: “Saverio Lamanna è uno scrittore più giovane di me, più ‘fico’. È tutto quello che volevo essere”. Risate. Concludendo, ha rimarcato: “Spesso viene detto che con i gialli non si vince il Nobel e neppure lo Strega. Oggi, però, abbiamo superato i pregiudizi nei confronti del genere: il giallo è rivalutato, letto e amato, esportato. È diventato il romanzo sociale del nostro presente”.

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