Abbazia di Montecassino: dom Fallica (abate), “custodi di una memoria che non dimentica il dolore, diventiamo sempre più annunciatori e costruttori di pace”

“La pace che dona Gesù è frutto della sua Pasqua, della sua morte e risurrezione, del suo corpo dapprima annientato e poi richiamato alla vita dalla potenza di amore del Padre. Noi desideriamo e preghiamo affinché anche la distruzione della nostra Abbazia e della città di Cassino siano davvero partecipi del mistero pasquale. Esse sono tornate a vivere dopo le distruzioni belliche, ma la Pasqua esige da noi di più: di essere, proprio perché custodi di una memoria che non dimentica il dolore, la sofferenza, i troppi morti, essere e diventare in modo sempre più efficace annunciatori, come san Benedetto, di pace, artefici di pace, costruttori di pace”. Lo ha affermato questa mattina dom Luca Fallica, abate di Montecassino, al termine della celebrazione eucaristica per l’80° anniversario della distruzione dell’abbazia.
Nei ringraziamenti, oltre a rivolgersi all’abate emerito D’Onorio che ha presieduta la messa, il presule ha voluto rivolgersi ai ragazzi e alle ragazze dell’Istituto san Benedetto: “Noi – ha sottolineato – ci impegniamo a consegnare loro la memoria di quanto accaduto e loro ci consegnano l’attesa con la speranza del futuro che diventa per noi impegno e responsabilità”. “Nel corso di quest’anno – ha poi annunciato dom Fallica – ci apprestiamo anche a celebrare, il prossimo 24 ottobre, il sessantesimo anniversario della consacrazione di questa basilica, dopo la sua ricostruzione, da parte di san Paolo VI, che in quell’occasione proclamava san Benedetto patrono principale d’Europa con la lettera apostolica Pacis nuntius”. “Definendo san Benedetto ‘messaggero di pace’ – ha spiegato – affidava anche a noi monaci, suoi discepoli, l’impegno a far sì che il nostro motto ‘Pax’, pace, fosse posto al centro della nostra preghiera, del nostro impegno di vita, della nostra incessante preoccupazione, in particolare attraverso quelli che sono stati e rimangono simboli caratteristici della presenza della vita benedettina nella storia europea e non solo”. Fallica ha anche ringraziato il suo predecessore per la riflessione sulla pace proposta nell’omelia: “Essere figli di Dio, cioè uomini e donne autentici, nella piena fioritura della loro umanità creata da Dio a sua immagine e somiglianza, significa essere facitori di pace, ovunque si svolga la nostra vita e si attui il nostro impegno”, ha evidenziato l’attuale abate.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori