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Caritas Europa: azione umanitaria locale. “Promesse non mantenute, divario tra impegni e pratica”. Mons. Landau, “questione di giustizia”

(Photo Caritas Europa)

“Nel 2016, durante il vertice umanitario mondiale di Istanbul, è stato lanciato il Grand Bargain (il ‘grande patto’), che prevedeva l’impegno da parte dei più importanti donatori umanitari globali a destinare il 25% degli aiuti umanitari internazionali direttamente alle organizzazioni locali. Ma sette anni dopo, nel 2022, si stima che solo l’1,2% degli aiuti sia stato effettivamente distribuito in questo modo. Il sistema di aiuti umanitari rimane fortemente centralizzato e il potere decisionale resta nelle mani del Nord del mondo”.

(Photo Caritas Europa)

La constatazione viene da un corposo rapporto di Caritas Europa intitolato “Promesse non mantenute. Affrontare il divario tra gli impegni e la pratica nell’azione umanitaria a livello locale”. Il nostro nuovo rapporto rivela, in 76 pagine, che tra i principali donatori umanitari governativi, solo tre monitorano il flusso diretto dei loro fondi alle Ong locali e solo uno raggiunge l’obiettivo di destinare loro il 25% dei finanziamenti. “Promesse non mantenute” presenta in particolare un indice riferito a 20 principali donatori governativi, agenzie delle Nazioni Unite e Ong internazionali in base alla qualità del loro impegno nel decentrare il sistema di aiuti umanitari. Mons. Michael Landau (nella foto), presidente di Caritas Europa, afferma: “Gli operatori umanitari e i volontari locali sono presenti prima, durante e dopo le crisi. Trasferire loro risorse non è solo economicamente vantaggioso; è una questione seria per dimostrare i valori di autodeterminazione, sussidiarietà e giustizia”.

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