Diocesi: Como, domenica 25 il card. Cantoni celebra il 125 anni della prima Messa dei Salesiani nella chiesetta di San Rocco

A 125 anni dalla celebrazione della prima Messa (24 settembre 1897) dei salesiani di Don Bosco nella chiesetta di San Rocco, domenica 25 settembre, alle 10.30, nella collegiata dei Santi Gervasio e Protasio l’attuale Comunità salesiana festeggerà la ricorrenza con una Messa che sarà presieduta dal vescovo di Como, card. Oscar Cantoni. Lo riferisce il Settimanale, la testata della diocesi di Como. “A 125 anni di distanza – riflette don Giacinto Ghioni, attuale direttore dell’Istituto salesiano di Sondrio -, siamo ancora qui oggi a cercare di interpretare i bisogni, a raccogliere le sollecitazioni, ad intuire le speranze della gioventù sempre più bisognosa di essere tutelata e aiutata. Lo testimonieremo nella solenne celebrazione eucaristica che sarà presieduta dal card. Oscar Cantoni». Secondo don Ghioni, “i campi di azione sono mutati, gli stili educativi si sono evoluti, sempre più altre “agenzie” educative hanno affiancato, se non addirittura sostituito i genitori come figure di riferimento, si sono aperti spazi d’azione nell’ambito del volontariato, i cristiani stanno prendendo coscienza della dimensione missionaria del loro battesimo, c’è stata una riscoperta della dimensione vocazionale insita in ogni progetto di vita”. In questo contesto, i Salesiani, afferma don Ghioni, “hanno cercato di rimanere al passo coni tempi e di lasciarsi permeare da questa mutata sensibilità. Ma nonostante tutto, la Valle. continua ad essere lunga e larga, i tempi di percorrenza alti, le strutture scolastiche concentrate nel capoluogo, il servizio di trasporto pubblico limitato, la dispersione abitativa sul territorio altissima, la denatalità impoverisce le famiglie, all’emigrazione dalla povertà si sostituisce l’emigrazione verso nuove opportunità lavorative e culturali, ai ragazzi per strada quelli lasciati in compagnia dello smartphone…». In questo contesto, i Salesiani sono rimasti fedeli al loro carisma e questo consente, sottolinea il sacerdote, “di guardare al futuro con rinnovato slancio, pur sapendo che la sfida educativa si farà sempre più difficile e complessa. Le tante persone buone cresciute all’ombra di San Rocco ci incoraggiano a credere a questo sogno, se sapremo adottare il cuore e la coraggiosa inventiva della carità di don Bosco”.

 

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