Cultura: Stresa, ai Simposi rosminiani una riflessione sulle ontologie contemporanee

Continuano a Stresa gli studi proposti dal ventiduesimo Corso dei Simposi rosminani. Il tema a cui il Corso è dedicato quest’anno è “Antonio Rosmini e le ontologie contemporanee”.
Nel pomeriggio di ieri sono intervenuti Markus Krienke e Angela Ales Bello che hanno tracciato un confronto tra Rosmini e la tradizione filosofica e teologica tedesca. Markus Krienke, affrontando il tema: “Il soggetto e l’assoluto, il confronto metafisico di Rosmini con l’idealismo tedesco”, ha parlato di Rosmini, Primo ideologico e Primo teosofico, ha confrontato, sul tema della percezione e dell’intuizione, il filosofo roveretano con Shelling e poi con Hegel e ha parlato delle tre forme dell’Essere in Rosmini.
Angela Ales Bello, decano dell’Università Lateranense, ha parlato di “Ontologia si dice in molti modi: Husserl, Stein e Rosmini a confronto”. Partendo dalla struttura essenziale dell’essere umano ha tracciato un confronto tra Husserl che affronta in modo rigoroso la psicologia, considerandola scienza dell’anima, Rosmini come pensatore assoluto e Stein con i suoi riferimenti alla filosofia medioevale e la sua capacità di mediazione. La relatrice ha ripercorso anche il termine ontologia nel significato assunto attraverso il tempo storico.
Questa mattina è intervenuto sul tema: “La riabilitazione della metafisica nell’ontologia analitica più recente” Paolo Valore, docente di Storia della metafisica contemporanea all’Università di Milano. Tracciando un percorso della ricerca anglo-americana sul tema della filosofia analitica e partendo dall’attacco di Carnap all’ontologia e alla metafisica, autore che definiva il filosofo artista senza talento, ha dipinto la riabilitazione dell’ontologia operata da Quine e dai suoi al-lievi, per arrivare, attraverso l’albero dell’Essere, alla necessità pratica della metafisica per distinguere e definire problemi come la distinzione tra la vita e la morte, per risolvere questioni legate alla cosmologia e all’astrofisica. Nel definire cos’è e cosa è significativo, bisogna infatti rispondere per chi e per che cosa, questo significa fare metafisica. Anche il problema dell’identità personale nella sua essenza nel tempo e nello spazio non si può risolvere senza metafisica.
È poi intervenuto Marco Damonte dell’Università di Genova, che ha parlato de “Il Tomismo Wittgensteiniano: prospettive storiche e suggestioni teoretiche”; ana-lizzando la questione metodologica ha affrontato i temi della traduzione delle categorie ontologiche, del passare dal dopo al prima, dal contemporaneo all’antico.
Domani mattina i lavori si concluderanno con la presentazione del “Saggio stori-co critico sulle categorie” di Rosmini a cura di Umberto Muratore e Samuele Tadini e la presentazione del libro “Il principio di Causalità. Antonio Rosmini e la metafisica agapica” a cura del suo autore, Marco Staffolani.

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