Assunta: mons. Satriano (Bari-Bitonto), “guardando a Maria, ho individuato alcuni cambiamenti per la vita pastorale della nostra arcidiocesi”

“Un cordiale saluto e la mia vicinanza ricca di affetto per ciascuno”. Li ha rivolti alla comunità, in una comunicazione in occasione della festa dell’Assunta, l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Giuseppe Satriano. “Spero di trovarvi in un tempo di riposo e distensione che aiuti a riprendersi dalle fatiche lavorative di un anno”, l’auspicio del presule, che nella festa dell’Assunta ha fatto “visita ai nostri fratelli ospiti del carcere della città” per comunicare loro, “sull’esempio di Maria”, “la nostra vicinanza di Chiesa”.
Facendo riferimento al brano di Luca è tratto dalla liturgia di ieri, l’arcivescovo ha posto l’attenzione sulla disponibilità di Maria a prendersi cura di Elisabetta: “Un gesto bellissimo, generato dall’incontro con la Parola che l’angelo le aveva rivolto. Tutto è intenso e intriso di una consapevolezza: la vita è percepita come dono. Essa si apre all’azione dello Spirito che la modella, la orienta, la libera da ogni calcolo e previsione. Maria lascia la sua casa e si avventura per strade lunghe e pericolose, da sola, colma della presenza di un Dio che la ama e la sospinge con la forza dello Spirito. Il lasciare tutto e partire non è mai semplice, anche per Maria: il suo sarà un viaggio non facile ma tutto confluirà nel canto del Magnificat, un’esplosione di gioia, con cui la Vergine Santa renderà gloria a Colui che è il centro gravitazionale della sua vita”.
Mons. Satriano ha, quindi, comunicato: “È proprio guardando a Maria, e vivendo un prolungato discernimento di Chiesa, che sono giunto a individuare alcuni cambiamenti per la vita pastorale della nostra arcidiocesi. Stiamo attraversando un tempo non semplice. Presbiteri sempre più anziani e scarsità di vocazioni sono motivo di un serio ripensamento delle nostre parrocchie che già si ritrovano in gravi difficoltà. Come Chiesa, a breve, saremo chiamati a riflettere sulla ministerialità dei presbiteri e dei laici e sull’approntare nuove forme di corresponsabilità che, a partire dalla realtà, ci vedano pronti nell’accogliere le sfide ormai alle porte”. Con questa consapevolezza, ha proseguito il presule, “ho affrontato un tempo di ascolto, entrando in relazione con il territorio ecclesiale e le persone interessate, cercando di leggere percorsi possibili per tutti. Sono edificato per la serietà con cui ogni presbitero ha condiviso il discernimento e grato per la fiducia dimostrata. In tutti ho riscontrato fede nel Signore, amore per le proprie comunità e generosità di cuore. Momenti come questo comportano sofferenza, sia per i presbiteri che per le comunità di riferimento. Dopo anni di cammino e di condivisione, anche il distaccarsi con le sue fatiche diviene segno di un amore reale e reciproco vissuto per le comunità e i singoli. È vero anche che, in questo lasciare tutto e partire, si attua una dimensione di vera libertà del cuore, la stessa che caratterizzò il ministero di Gesù e l’esistenza di Maria”. Nella comunicazione l’arcivescovo cita, a questo punto, le nuove nomine e gli avvicendamenti nei vari incarichi pastorali.

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