Papa Francesco: al Corpo diplomatico, “diritto alla vita” primo dei “valori permanenti”. Ancora “molto da fare” per crisi climatica

(Foto Vatican Media/SIR)

“Ci sono alcuni valori permanenti” che caratterizzano il dialogo e vanno oltre il “consenso occasionale”: “non sempre è facile riconoscerli, ma accettarli conferisce solidità e stabilità a un’etica sociale”. Ne è convinto il Papa, che rivolgendosi agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede ha richiamato innanzitutto “il diritto alla vita, dal concepimento sino alla fine naturale, e il diritto alla libertà religiosa”. “Negli ultimi anni è cresciuta sempre più la consapevolezza collettiva in merito all’urgenza di affrontare la cura della nostra casa comune, che sta soffrendo a causa di un continuo e indiscriminato sfruttamento delle risorse”, l’analisi di Francesco, che ha citato le Filippine, “colpite nelle scorse settimane da un devastante tifone, come pure altre nazioni del Pacifico, vulnerabili dagli effetti negativi del cambiamento climatico, che mettono a rischio la vita degli abitanti, la maggior parte dei quali dipende da agricoltura, pesca e risorse naturali”. Di qui la necessità di “trovare soluzioni comuni e a metterle in pratica”: “nessuno può esimersi da tale sforzo, poiché siamo tutti interessati e coinvolti in egual misura”. “Nella recente Cop26 a Glasgow sono stati compiuti alcuni passi che vanno nella giusta direzione, anche se piuttosto deboli rispetto alla consistenza del problema da affrontare”, il bilancio del Papa: “La strada per il conseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi è complessa e sembra essere ancora lunga, mentre il tempo a disposizione è sempre meno. Vi è ancora molto da fare e dunque il 2022 sarà un altro anno fondamentale per verificare quanto e come ciò che si è deciso a Glasgow possa e debba essere ulteriormente rafforzato, in vista della Cop27, prevista in Egitto nel novembre prossimo”.

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