Statio Orbis Papa Francesco: Ruffini (DpC), “quel 27 marzo il mondo unito in un momento di preghiera”

“Cosa è successo il 27 marzo a Piazza San Pietro? È successa una cosa semplice e grande. Un momento straordinario di preghiera ha unito il mondo. Le immagini erano potenti, drammatiche. In tanti si sono interrogati su quel che hanno visto. Ma l’importante era invisibile agli occhi”. Lo scrive Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, nell’introduzione al libro “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” (ed. Lev), a un anno dalla Statio Orbis di Papa Francesco sul sagrato della Basilica di San Pietro. “Da settimane sembrava fosse scesa una sera senza prospettiva di alba – ricorda Ruffini -. Da settimane il mondo guardava a Roma, al Papa, per trovare nelle sue parole una risposta che non fosse solo il conto delle vittime”.
Nella sua introduzione, il prefetto sottolinea che “il 27 marzo è stato un momento misterioso e potente di kairos intorno a una preghiera semplice”. “La straordinarietà del 27 marzo sta proprio in questo. La sua capacità comunicativa nasce dalla verità. Il Papa era solo come ognuno di noi. Tutti soli davanti a Dio. Tutti uniti davanti a Dio. Tutti fragili e nelle sue mani. La parola sempre ha bisogno del silenzio. E il silenzio è eloquente solo quando riecheggia la parola. Così è stato il 27 marzo”.
Il segretario del Dicastero, mons. Lucio Ruiz, nella sua conclusione, sottolinea che il Papa “ci ha ricordato che ci stavamo affondando da soli e ci ha invitati ad abbandonare le nostre paure in Gesù, per ottenere in Lui la serenità in mezzo alla tempesta”. “La Statio Orbis deve essere il punto di partenza per creare una cosa nuova, per un cambiamento radicale nella cultura. Così dalla meditazione di questa liturgia parte un insegnamento Pontificio ricco nell’analisi della realtà e delle cause con le quali l’uomo ha contribuito al manifestarsi di questa crisi”. “Se la pandemia ha mostrato la debolezza della nostra cultura – conclude -, è necessario che da questa crisi si impari per uscirne diversi”.

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