Chiesa e teologia: Riconda (teologo), “rispondere alla esigenza di cambiamento e avanzare un’altra antropologia”

Sull’intuizione della ridondanza del dono nella Chiesa ruotano le riflessioni contenute nel libro “La Chiesa e il suo dono. La missione tra teologia e ecclesiologia” di don Roberto Repole, presentato in un incontro on line ieri sera. “Il termine ridondanza è l’aspetto più originale nel libro”, ha commentato Giuseppe Riconda, teologo e professore emerito di Filosofia teoretica dell’Università di Torino, durante la presentazione. “L’amore di Dio per l’uomo alla base di tutto è infinito. Alla carità non si possono porre limiti. Il punto fondamentale è questo: un dono d’amore. L’amore cristiano non si risolve nella infinita tolleranza a cui lo vorrebbero ridurre alcune tendenze, l’amore cristiano è prendersi cura l’uno dell’altro. La reciprocità del dono che la Chiesa fa e riceve. La risposta è gratitudine verso Dio e fratellanza”. In forza del dono la Chiesa è in debito verso il resto della umanità. “Nella società in cui viviamo – riprende Riconda – chi non è funzionale allo sviluppo è uno scarto, come direbbe Francesco. La figura profetica della Chiesa viene evidenziata negli aspetti perversi della globalizzazione, come l’aver esteso su scala mondiale le società tecnologiche, per cui la loro anima è un pensiero strumentale che vede nell’altro una occasione o un ostacolo. Nei confronti di questa mentalità dominante, la Chiesa rappresenta un paradigma di vita completamente diverso. L’uomo è consapevole che per sfuggire alla catastrofe bisogna cambiare il paradigma in cui si pensa e si vive. La Chiesa può rispondere alla esigenza di cambiamento e avanzare un’altra antropologia”.

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