Movimenti: mons. Castellucci all’Ac,”Partire dall’ascolto per il cammino sinodale”

“Tutti hanno qualcosa da raccontare, la narrazione è la migliore dimensione per esporre quello che si è depositato nel cuore in questo periodo”. Così mons. Erio Castellucci, arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vice Presidente della Cei, nel corso del convegno con i presidenti e assistenti in corso a Roma, dal titolo “Passiamo all’altra Riva”. Castellucci, nel dialogo con i giornalisti Vania De Luca e Gieole Anni, ha presentato le tappe del cammino sinodale soffermandosi in particolare sul biennio dell’ascolto (2021-2023), una fase narrativa che raccoglierà in un primo anno i racconti, i desideri, le sofferenze e le risorse di tutti coloro che vorranno intervenire, sulla base delle domande preparate dal Sinodo dei vescovi su “partecipazione, comunione e missione”. Nell’anno seguente si concentrerà invece su alcune priorità pastorali, per approfondirle. “Il Papa – dice – parlando dei sinodi, ha detto che bisognerebbe rovesciare la piramide che vuole dire non partire da un documento che passi alle diocesi ma cominciare dalla consultazione di tutto il popolo di Dio per arrivare al Papa. Faccio l’esempio della Chiesa italiana: per cinque decenni abbiamo seguito il modello della piramide egizia, siamo partiti con un piano pastorale decennali per ridurre sempre più il periodo. Con lo scoppio della pandemia anche la Cei aveva maturato l’idea di non produrre un progetto quinquennale ma di partire da un percorso sinodale. Si era comunque capito che la piramide andasse rovesciata”. L’idea di fondo, per mons. Castellucci, quella di un coinvolgimento il più ampio possibile, espressione della Chiesa in uscita verso chi è ai margini o al di fuori dell’esperienza ecclesiale. Seguirà “una fase sapienziale, nella quale l’intero popolo di Dio, con il supporto dei teologi e dei pastori, leggerà in profondità quanto sarà emerso nelle consultazioni capillari (2023-24)”. Infine, un momento assembleare nel 2025, “cercherà – conclude – di assumere alcuni orientamenti profetici e coraggiosi, da riconsegnare alle Chiese nella seconda metà del decennio”.

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