Venezuela: la Chiesa insieme a 15 organizzazioni chiede giustizia per la morte in carcere per l’indigeno Pemón Salvador Franco

“La vita umana è sacra” è il titolo della dichiarazione nella quale oltre 15 istituzioni, tra cui la Conferenza episcopale venezuelana (Cev) si pronunciano sulla morte dell’indigeno Salvador Franco, un prigioniero politico deceduto domenica 3 gennaio, nel centro di detenzione Rodeo II, situato a Guatire, nello Stato di Miranda. Un caso che sta diventando emblematico, come dimostra la coralità della denuncia che accomuna, oltre all’episcopato, altre importanti realtà ecclesiali, sociali e culturali, come la Commissione Giustizia e Pace della Cev, la Conferenza venezuelana dei religiosi, il Consiglio nazionale dei laici, i salesiani, i gesuiti del Centro Gumilla e del Servizio ai rifugiati, l’Università Cattolica Andrés Bello, la Repam Venezuela, l’Ufficio per i diritti umani dell’arcidiocesi di Caracas.
Le organizzazioni denunciano che Salvador Franco, insieme a 12 colleghi della sua etnia, “è stato arrestato arbitrariamente e senza un giusto processo, dalla forza pubblica nel dicembre 2019”. Prosegue la nota: “Noi siamo solidali con la comunità di Pemón e le famiglie dei 13 privati della libertà, in particolare con donne che, come Maria Santissima, con il cuore trafitto dalla spada dell’ingiustizia, non si sono staccate dalla croce”.
Allo stesso modo, le organizzazioni chiedono per i 12 indigeni Pemón detenuti un controllo medico e assistenza adeguata e tempestiva, oltre a “un giusto processo con un trattamento dignitoso”, che porti al loro ritorno nelle comunità d’origine. Infine, si chiede di “condurre un’indagine approfondita e obiettiva per determinare chi sono le persone realmente responsabili di quanto accaduto nel 2019 e della morte di Salvador Franco”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia