Turchia: Patriarca Bartolomeo su conversione Santa Sofia in moschea, “anziché crocevia di civiltà e dialogo, è diventata simbolo di supremazia”

Nuova dura presa di posizione del Patriarcato ecumenico contro la decisione presa dalle autorità turche di trasformare in moschea la basilica di Santa Sofia. Questo luogo, nato per “essere un crocevia di civiltà e dialogo, diventa un semplice simbolo di supremazia” e “ciò di cui il mondo ha bisogno oggi, specialmente in questo periodo di pandemia globale, sono simboli intorno ai quali possiamo unirci, non nuove ragioni per separarci”. In un’intervista rilasciata al settimanale dei cattolici francese “Famille chrétienne” e pubblicata oggi, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I torna a parlare della basilica di Santa Sofia e della chiesa di San Salvatore in Chora che sono state recentemente donate al culto musulmano dal governo turco. Bartolomeo ammette subito di non essere stato sorpreso dalla notizia. “Altre chiese-museo avevano già subito la stessa sorte a Nicea o anche a Trebisonda. Questo processo di conversione in moschea è un argomento ampiamente dibattuto. Abbiamo più volte reso nota la posizione del Patriarcato ecumenico. Nel 2016 abbiamo persino inviato una lettera al direttore degli affari religiosi dell’epoca, Mehmet Görmez, al quale avevamo espresso la nostra più profonda preoccupazione e avevamo già sottolineato che questo monumento unico ha una dimensione sacra per entrambe le religioni monoteiste: Islam e Cristianesimo”. “Tempio della Sapienza di Dio”, la basilica di Santa Sofia è annoverata tra i più importanti monumenti classici della civiltà universale e in quanto tale “trascende i confini dello spazio e del tempo” e “non appartiene solo a una cultura, ma a tutta l’umanità”. Bartolomeo osserva che come museo Santa Sofia funzionava come “luogo e simbolo di incontro e di pacifica convivenza tra popoli e culture, promuovendo la comprensione reciproca e la solidarietà tra cristianesimo e islam. Questa appartenenza religiosa multidimensionale ha agito come un antidoto allo scontro di civiltà. La conversione di Santa Sofia a moschea è stata accolta con grande emozione, ma anche grande paura, dai cristiani di tutto il mondo. Hagia Sophia, per la sua sacralità, è un centro vitale dove l’Oriente abbraccia l’Occidente”.

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