Epifania: mons. Mansi (Andria), “‘vicino’ e ‘lontano’ è qualità del cuore, non collocazione geografica”

“Il primo significato da cogliere nella festa dell’Epifania è proprio questo, d’altra parte la parola epifania vuol dire rivelazione, manifestazione, un Gesù che non rimane chiuso nel buio, nel freddo e gelo di un rifugio di fortuna, ma che viene ad illuminare tutti i popoli”. Lo ha detto il vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, nell’omelia della Messa che ha celebrato ieri nella solennità dell’Epifania del Signore. “La differenza non è la collocazione geografica – ha osservato il presule -. Vicino e lontano è una qualità del cuore, dell’anima, per cui, oggi con il Vangelo in mano ci tocca dire che vicini erano i Magi che venivano da lontano ma che con umiltà si erano messi in cammino con l’ansia della ricerca nel cuore, la loro era ricerca della verità, della luce; i vicini invece sono i veri lontani”.
Soffermandosi sulla sapienza dei Magi, mons. Mansi ha ribadito che “il vero sapiente non è colui che sa tutto, ma è colui che è convinto che ciò che sa è niente in confronto alla vita, al mondo e alla storia”. “Quindi, pur sapendo tanto, ha sempre voglia di capire e si mette in discussione, si mette in cammino e sa cercare, sa chiedere anche consigli con umiltà”. L’attenzione, dunque, sulla lezione dei Magi, “lezione di umiltà”. “Sono stai uomini capaci, in base soltanto ad una intuizione, di fare un cammino lungo, faticoso ma sono andati, non hanno cacciato questo pensiero come una cattiva tentazione, non si sono lasciati vincere dalla pigrizia e, forse, è il caso di dire che la pigrizia è amica intima dell’orgoglio; quando uno è orgoglioso è anche pigro, vuol dire che non ha voglia di imparare e ritiene di star bene così”.
Infine, una riflessione sul ritorno a casa dei Magi seguendo “un’altra strada”. “Credo che anche noi dovremmo avere il coraggio qualche volta, quando usciamo di chiesa, di prendere altre strade. Strade nuove che sanno inventare la fede, la fantasia, il coraggio di chi ha capito chi è Gesù e non può tornare a fare le stesse cose di prima”.

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