Onorificenze conferite da Mattarella: don D’Errico, “ulteriore forma di attenzione del Presidente a persone con disabilità”

“Il presidente Mattarella è un uomo sensibile agli aspetti più fragili della nostra società. Mette in risalto le persone e le famiglie che stanno soffrendo tanto in questo momento, come le persone con disabilità, perché è ancora più forte l’isolamento e l’inadeguatezza delle strutture. La scelta nel conferimento di questo titolo dimostra ancora una volta la sua attenzione per loro”. Lo dice al Sir don Luigi D’Errico, parroco della chiesa dei Santi Martiri dell’Uganda a Roma e membro del gruppo di lavoro del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità, insignito stamani, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. Don D’Errico si è distinto “per il suo quotidiano impegno a favore di una politica di reale inclusione delle persone con disabilità e per il contrasto alla povertà e alla marginalità”. In parrocchia don D’Errico ha avviato da tempo un’esperienza di catechesi per e con le persone disabili ed è referente del Settore disabili e catechesi dell’Ufficio catechistico della diocesi di Roma. “Ho saputo la notizia da Dustin, un ragazzino che l’ha trovata su internet. Ho subito pensato a uno scherzo – racconta -. Poi mi ha chiamato il direttore della Caritas diocesana, don Ben, e ho cominciato a crederci. Per me è una notizia meravigliosa. Il presidente Mattarella e il Santo Padre sono due persone che stanno tenendo alti i valori di questo Paese”. “Sulle persone con disabilità non ho mai sentito parole così in sintonia – aggiunge -: è bello quando una realtà istituzionale fa discorsi così importanti umanamente. Dimostrano un grande idem sentire”. Riflettendo sul fatto che il titolo è stato conferito a due sacerdoti e a un religioso, don D’Errico spiega che “la Chiesa ha sempre rivolto il suo servizio alle persone”. “Soprattutto adesso le chiese sono state aperte, non per far contagiare le persone, ma per non rischiare che le persone rimangano isolate”.

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