Venerdì Santo: mons. Pompili (Verona), “preghiamo perché le croci fioriscano, perché diventino alberi di giustizia e di pace”

“Siamo di nuovo qui in questa meravigliosa Arena per l’ennesima ‘chiamata alla pace’. Ce lo chiede urgentemente l’umanità di oggi”. Sono parole pronunciate ieri sera dal vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, al termine della Via Crucis nell’Arena della città. “Abbiamo ascoltato 14 voci, molto diverse tra di loro: 7 donne e 7 uomini, che si sono confrontati con Gesù crocifisso. In un modo o nell’altro con Gesù Cristo ci si deve misurare; con il suo amore disinteressato ci si deve confrontare, davanti ad un uomo disposto a morire per i propri nemici non si può far finta di niente”. “Non più tardi della scorsa settimana, con un piccolo gruppo di pellegrini, sono stato nella terra di Gesù: a Nazareth; sulle rive del lago di Tiberiade; a Betlemme; sul Monte degli Ulivi; e poi a Gerusalemme per pregare presso il Muro del Pianto, per ammirare la Spianata delle Moschee e per celebrare dentro il Santo Sepolcro, sulla pietra dove Gesù è risorto. Sono tante, è vero, le guerre in atto; al punto che rischiamo di abituarci a questa ‘guerra mondiale a pezzettini’ come la chiama Papa Francesco. Ma la Terra Santa è un ‘barometro’ infallibile della condizione globale perché è come l’ombelico del mondo. Per questo la Terra Santa è ancora senza pace. […] Anche noi in Terra Santa abbiamo incontrato tanti volti addolorati, percepito un mare di dolore, ma al tempo stesso siamo stati sorpresi per aver incontrato diverse persone colpite dalle conseguenze del conflitto, che non mostrano risentimento, che manifestano un alto grado di disarmante mitezza. Per questi sorprendenti testimoni che non fanno cronaca, ma fanno storia, il desiderio di scommettere sull’amore di Gesù crocifisso non è venuto meno, nonostante le ingiustizie subite e l’uccisione di migliaia di innocenti”.
Infine: “Siamo avvertiti che la passione di Gesù non si è conclusa nel 30 d.C., ma si prolunga in tutti i crocifissi della storia, a qualunque popolo appartengano. Non resta che pregare insieme, ognuno come può perché tutte le croci fioriscano, perché diventino alberi di giustizia e di pace, finché giustizia e pace non si baceranno”.

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