Pasqua: mons. Carboni (Oristano e Ales-Terralba), “nelle nostre oscurità entri la luce del Cristo Risorto”

(Foto Diocesi Oristano)

“L’annuncio della Resurrezione del Signore risuona, quest’anno, nel dramma di una situazione internazionale confusa e instabile, che ferisce anche la nostra nazione e la nostra isola. Molti di noi percepiscono una situazione di oscurità, di buio, di desolazione. Sommersi dalle tragiche notizie di guerra, di morti inermi, di distruzione che lascia dietro di sé solo un cumulo impressionante di detriti e sangue, ci sentiamo smarriti dentro una lunga notte che non sembra terminare mai”. Lo si legge nel messaggio di Pasqua che l’arcivescovo Roberto Carboni ha diffuso per le sue comunità di Oristano e Ales-Terralba. “Il continuo bombardamento di notizie tragiche anestetizza le nostre coscienze e più nessuna notizia ci stupisce o indigna. […] Anche nella nostra isola, la Sardegna, il sonno della politica, ormai solo avvitata su sé stessa sia a livello locale che regionale, non compie la sua promessa di ascoltare i cittadini ma sembra solo voler salvare sé stessa e i propri interessi”. Il vescovo si domanda: “Cosa aspettarci, allora, da questa Pasqua 2025? Qual è la sorpresa che ci deve venire incontro per aprire il cuore a un sorriso di speranza? Ancora una volta la sorpresa supera ogni immaginazione, poiché la speranza, pure necessaria, di un miglioramento delle condizioni dell’umanità, di un ritorno alla pace, di un rinnovato interesse per la cosa pubblica, non sarebbe sufficiente per accendere il nostro cuore. Per noi cristiani l’annuncio della Pasqua ‘non è qui, è risorto come aveva detto’ ci sorprende e ci risveglia alla fiducia: l’oscurità non ha l’ultima parola”. Così “l’ultima parola è della luce, dell’intenso bagliore che acceca l’oscurità del sepolcro vuoto e ci rimette in cammino: ‘andate… annunciate’. L’augurio per tutti noi è che, nelle nostre piccole e grandi oscurità, entri la luce del Cristo Risorto, l’unico in grado di affrontare il buio del nostro quotidiano, farci ardere il cuore e diventare, a nostra volta, irradiazione di speranza”.

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