“Non è il momento di un ripiegamento pessimistico o di pensare che questa situazione non ci riguardi. Proprio dalle scuole nel territorio della nostra diocesi di Albano è partito già da qualche tempo un vibrante movimento di resistenza pacifica, ma determinata contro le mafie e ogni forma di violenza che ferisce la nostra gente e la nostra terra”. Lo ricorda mons. Vincenzo Viva, vescovo di Albano, in un messaggio i parroci e ai membri dei Consigli pastorali parrocchiali della città di Aprilia, all’indomani dello scioglimento del Comune pontino per infiltrazioni mafiose. Attraverso il progetto “Insieme è possibile”, promosso dalla diocesi di Albano e realizzato con l’aiuto delle Procure della Repubblica di Velletri e di Latina, “gli alunni e le alunne di ogni grado di scuola, incoraggiati e guidati dai loro insegnanti, non solo della religione cattolica, ma anche di altre materie, sono diventati protagonisti di questo movimento di riflessione e di azione. Il progetto ‘Insieme è possibile’ ci dice che tutti, credenti e non credenti, docenti e studenti, istituzioni e singoli cittadini, possiamo e dobbiamo diventare agenti di cambiamento e di trasformazione umanizzante delle nostre città”, evidenzia il presule, che esorta: “È giunta l’ora di intensificare anche ad Aprilia questa stretta collaborazione tra le diverse istituzioni civili, militari e educative presenti sul territorio. La sinergia tra tutte le forze sane della società civile è la strada maestra per sconfiggere l’illegalità e costruire un futuro migliore per le nuove generazioni. Non illudiamoci, care sorelle e fratelli: dove viene meno la legalità, svanisce anche la libertà, la giustizia, il progresso e la dignità delle persone”.
Il vescovo evidenzia: “La Chiesa ha da offrire da parte sua un prezioso bagaglio di strumenti culturali, come i principi e i contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, che offrono coordinate sicure per orientare l’impegno dei cristiani nella vita sociale e politica. Non dimentichiamo inoltre la testimonianza luminosa di tanti santi e beati che hanno vissuto con coerenza e coraggio il loro impegno cristiano in ambito civile e politico, dimostrando che la santità può e deve incarnarsi anche nella dimensione pubblica della vita”.
Di qui l’invito: “Le nostre comunità parrocchiali devono essere, quindi, ora più che mai ‘lievito nella pasta’, contribuendo al risveglio morale e sociale. La Chiesa di Aprilia non può limitarsi a un ruolo di spettatrice di fronte a questa sconfitta, ma deve essere protagonista di un processo che, attraverso la purificazione, porti a una vera rinascita. Proprio come nel mistero pasquale, ciò che appare come morte può trasformarsi in vita nuova”.