“Lo scioglimento del Consiglio comunale di Aprilia per infiltrazione mafiosa rappresenta una ferita profonda per la comunità cittadina, ma come cristiani siamo chiamati a leggere anche i momenti più bui alla luce della Pasqua, tanto più che questa decisione è arrivata in prossimità delle feste pasquali”. Lo scrive, “con animo addolorato, ma non privo di speranza”, mons. Vincenzo Viva, vescovo di Albano, in un messaggio i parroci e ai membri dei Consigli pastorali parrocchiali della città di Aprilia, all’indomani dello scioglimento del Comune pontino per infiltrazioni mafiose, deciso su proposta del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dal Consiglio dei ministri.
“La Pasqua del Signore Gesù ci insegna che non esiste tenebra che non possa essere illuminata, non esiste morte e sconfitta che non possano essere redente e diventare occasione di rinascita – sottolinea il presule -. In questa prospettiva, vorrei invitarvi a considerare l’attuale situazione non solo come un doloroso segno di degrado, ma anche come un’opportunità di rigenerazione e risveglio per la nostra amata città di Aprilia”.
Di qui l’auspicio: “Il tempo del commissariamento, pur nella sua drammaticità, può diventare allora un tempo prezioso per avviare un sincero esame di coscienza collettivo sulle responsabilità dirette e indirette che hanno portato a questa situazione; per promuovere nelle nostre comunità una riflessione sui valori della legalità, della trasparenza e del bene comune; per accompagnare processi di purificazione e risanamento del tessuto sociale cittadino”.
Il vescovo, pertanto, chiede che “tutta la comunità ecclesiale di Aprilia, nelle sue ricche espressioni di vita associativa e di laicato impegnato, diventi protagonista attiva di questo cammino di rinnovamento. Le nostre parrocchie siano luoghi di discernimento comunitario, dove si elabori una lettura critica dell’attuale situazione, individuando le cause profonde che hanno permesso l’infiltrazione della criminalità organizzata e dove si favoriscano occasioni di dibattito costruttivo e propositivo, scevro da sterili polemiche o facili condanne”.