Haiti: i vescovi, “porre fine alle deliranti atrocità e trovare soluzioni alla crisi”. Nessun incarico per rappresentare la Chiesa nel Consiglio presidenziale di transizione

(Foto: ANSA/SIR)

“Il sogno di un Paese senza violenza ci spinge ad alzare la voce per chiedere la fine degli atti che mirano a ridurre Haiti in macerie e cenere. Di fronte alle deliranti atrocità di cui è preda il nostro Paese – omicidi, regolamenti di conti, caccia alle streghe, scene di saccheggi e altri atti di violenza – esprimiamo la nostra profonda preoccupazione e il nostro dolore sulla scia di Papa Francesco, molto vicino al popolo haitiano”. Lo scrivono i vescovi della Conferenza episcopale di Haiti (Ceh) in una nota diffusa oggi dal sito indipendente haitiano Alterpress, lanciando un nuovo appello “per la fine della violenza ad Haiti, per la pace e la riconciliazione”. La nota è firmata, tra gli altri, da mons. Max Leroy Mésidor, arcivescovo di Port-au-Prince e presidente della Ceh, da mons. Joseph Gontrand Décoste, vescovo di Jérémie e segretario generale della Ceh, e da mons. Pierre André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau/Miragoâne e vicepresidente della Ceh, ancora in ospedale in Florida dopo essere stato vittima di una esplosione. “Incoraggiamo gli sforzi di tutti i settori e di tutte le forze attive della nazione per trovare una soluzione all’attuale crisi e ripristinare la pace e la sicurezza per tutti i figli e le figlie della nazione haitiana, fornendo al Paese una forma di governo di transizione inclusiva”. La Conferenza episcopale haitiana precisa di “non aver incaricato nessuno a rappresentare la Chiesa cattolica all’interno del Consiglio presidenziale o di qualsiasi struttura governativa”. Il riferimento è alla proposta di avere due membri esterni, un rappresentante della Chiesa cattolica e uno della società civile, senza diritto di voto, all’interno del Consiglio presidenziale di transizione che dovrebbe subentrare al premier dimissionario Ariel Henry. “Ci auguriamo tuttavia che i colloqui in corso portino a un vero accordo patriottico inclusivo e duraturo nell’interesse di tutto il popolo haitiano, che aspira alla pace e al benessere”, scrivono. In attesa della costituzione degli organi istituzionali che dovranno completare la transizione, invitano tutti gli haitiani “a non alimentare la violenza” perché “ogni distruzione fa regredire o ritardare la marcia di Haiti verso il progresso che tutti desideriamo. Mettiamo quindi fine a questi atti violenti che provocano tante sofferenze”, sottolineano.

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