Ecumenismo: mons. Brugnotto (Vicenza), “per amare davvero bisogna accettare di sbilanciarsi nell’incontro con l’altro”

(Foto: diocesi di Vicenza)

“Il nemico più grande dell’amore è l’indifferenza”: lo ha sottolineato nell’omelia padre Cristian Glavan della Chiesa ortodossa romena, che si incontra a Costabissara, durante la veglia ecumenica per l’unità dei cristiani tenutasi sabato 27 gennaio nella basilica dei santi Felice e Fortunato a Vicenza.
La celebrazione, che ha visto la presenza del vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, e di altri nove responsabili di Chiese cristiane presenti in diocesi, è stata presieduta da padre Veniamin Onu della Chiesa ortodossa moldava, che si ritrova a Vicenza. Oltre ai fedeli della Chiesa cattolica, erano infatti presenti cristiani della Chiesa metodista e delle Chiese ortodosse di Costantinopoli, Moldavia, Romania e Serbia.
Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stato “Ama il Signore tuo Dio… e il tuo prossimo come te stesso” ed il riferimento biblico è stata la parabola del buon samaritano.
Citando san Nicola di Kronstadt, padre Glavan ha spiegato che “amare il prossimo come se stessi significa amare tutti senza ipocrisia”. Concludendo la riflessione ha invece detto che “ciò di cui abbiamo bisogno è un cuore caldo d’amore per guarire, per quanto possibile, le ferite e i dolori delle persone. Ognuno di noi può essere un buon samaritano e così riconoscere il prossimo attraverso l’amore. Abbiamo bisogno di offrire dunque a ciascuno l’olio dell’amore fraterno, per lenire le ferite dell’anima e del corpo”.
La parabola del buon samaritano infatti spiega la possibilità di superare le divisioni che talvolta nascono anche da interpretazioni troppo rigide di alcune norme, mentre l’amore fraterno è la strada che il vangelo ribadisce continuamente.
“Questi momenti di preghiera condivisa permettono di conoscerci meglio e di stringere legami di amicizia che durano nel tempo. Per amare davvero bisogna accettare di sbilanciarsi nell’incontro con l’altro, chiunque esso sia”, ha detto il vescovo di Vicenza, a margine della preghiera ecumenica. “In questo modo, si impara ad apprezzare di più le tradizioni di ogni confessione cristiana e di ogni popolo: anche tra i cattolici vi sono riti diversi tutti riconosciuti dalla Santa Sede, come per esempio quello armeno, per rispettare sensibilità e tradizioni. È importante incontrarsi nelle proprie diversità perché questo esercizio ci insegna ad apprezzare di più la multiforme varietà che siamo, anche tra i cristiani della propria confessione. Non possiamo non tener conto che il tessuto sociale vicentino parla sempre più lingue, ha tutti i colori del mondo e ha fedi differenti”. “Percorsi di dialogo sono sempre più necessari per incontrarsi nei valori più profondi, oltre che in modi informali per costruire così una società accogliente e capace di apprezzarsi se non di amarsi profondamente”, ha concluso mons. Brugnotto.

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